Aggressioni, denunciato il leader di Casa Pound
Un autentico «botta e risposta», con un primo atttacco da parte di attivisti del centro sociale Bruno e della Rete contro i fascismi ai danni di un simpatizzante di Casa Pound, a cui poi sarebbe seguita la replica, con il venticinquenne attivista del «Bruno» aggredito da un militante del gruppo di destra.
È stato finalmente definito con chiarezza il contesto in cui, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, in città si è sviluppata una nuova ondata di violenza di stampo ideologico che ha portato in ospedale due ragazzi, il venticinquenne appunto ed un coteaneo dalle idee politiche contrapposte. Sarebbe poi emerso un nuovo dettaglio sulla nottata segnata dai gravi episodi: i due, assieme ai rispettivi amici che li avevano accompagnati al pronto soccorso, si sarebbero «fronteggiati» anche in ospedale, con il personale della sorveglianza e le forze dell’ordine ad evitare spaicevoli appendici violente.
Due distinti episodi, dunque, in città: un primo, verso l’una del mattino nei pressi di piazza Santa Maria Maggiore - dove da poco si era chiusa una festa promossa dalla Rete contro i fascismi per promuovere il prossimo Festival contro i fascismi - dove due o tre attivisti avrebbero preso di mira un simpatizzante di destra.
Un secondo, verso le due in via Lampi, con il venticinquenne attivista del Bruno e della Rete che è stato aggredito e picchiato a colpi di martello e coltello, ricevendo un colpo ad un braccio, che aveva alzato a protezione del volto ed un fendente all’addome.
Mentre riguardo al primo episodio, gli agenti della Digos stanno ancora cercando di individuare i responsabili - sarebbero due o tre le persone che rischiano una denuncua per lesoni - per quel che concerne l’aggressione di via Lampi, le forze dell’ordine hanno già identificato il presunto responsabile: si tratta di Filippo Castaldini, responsabile di Casa Pound nel capoluogo. Al suo nome si sarebbe arrivati grazie all’esame delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi del luogo dell’aggressione.
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Da parte sua, Castaldini si limita a ribadire la versione dei fatti già fornita da Casa Pound in un comunicato diffuso sabato: «Come avevamo già detto in quell’occasione, quella che si è voluta dipingere come un’aggressione è stato in realtà un tentativo di difesa di un nostro simpatizzante che alcuni attivisti di sinistra stavano inseguendo. Lo ribadisco con estrema tranquillità, non siamo nuovi alle bugie dei gruppi che ci contrastano e che vogliono raccontare versioni dei fatti che travisano la realtà».