Il turismo cresce anche con poca neve Crollo dei russi, bene il mercato nazionale
Più forte del meteo: il Trentino turistico, nonostante un inverno piuttosto anomalo, con la neve che si è fatta attendere per mesi, chiude il proprio inverno con un bel segno «più» davanti. Chi l’avrebbe detto ricordando le immagini di un Natale all’insegna del verde e del caldo, ben poco suggestivo e romantico? Ma i turisti, alla fine, non hanno tradito e gli operatori possono esultare, ringraziando, prima di tutto, i cannoni sparaneve, che hanno permesso a un milione e mezzo di persone di divertirsi sulle montagne del territorio.
«Siamo soddisfatti dei dati - commenta l’assessore Michele Dallapiccola - ma non valgono nulla se non corrispondono alla redditività. Da settanta anni non vivevamo condizioni analoghe: non angosciamoci e confidiamo nella ciclicità». Tradotto: dal punto di vista climatico si spera che un inverno così povero di precipitazioni non si ripeta. L’altro aspetto riguarda la spesa dei turisti: siccome i numeri del Trentino non potranno crescere all’infinito, l’obiettivo è far spendere di più chi arriva, grazie a un’offerta sempre più vasta, varia e differenziata.
Numeri stagione.
Ad oggi i dati certi riguardano il periodo tra dicembre e marzo, che parla di un +9,4% di arrivi e un +7,5% di presenze. Allargando i numeri a un aprile senza la Pasqua, secondo una prima stima che è stata definita dall’amministratore unico di Trentino Marketing Maurizio Rossini «prudente ma attendibile», si scende a un +5,8 di arrivi e un +4,5% di presenze. A trascinare il successo dell’inverno è stato un ottimo mese di marzo, che è andato a compensare un dicembre negativo. I numeri ufficiali riferiscono di una stagione in crescendo. A dicembre ci sono stati 334 mila arrivi e 1.070.000 presenze, diventati a marzo 376 mila arrivi e 1,7 milioni di presenze. In totale da dicembre a marzo ci sono stati 1.450.899 arrivi e 6.189.392 presenze.
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La provenienza.
Senza considerare il mese di aprile, che visti i numeri ridotti non dovrebbe comunque incidere più di tanto, sono cinque i Paesi che hanno «tradito» il Trentino: Polonia (-3,7% delle presenze), Russia (-23,5%), Slovenia (-3%) Ungheria (-5,2%) e Croazia (-7,5%). «Il calo della Russia riguarda sostanzialmente situazioni interne, complicate da un punto di vista economico, burocratico e sociale», ha sottolineato Rossini. Tutti gli altri sono in aumento, con il mercato nazionale che mostra segnali positivi e quello tedesco in crescita. La crescita maggiore è arrivata dall’Irlanda (+33,6% delle presenze), seguita da Svezia (18,7%), Germania (17,4%) e Belgio (15,6%). Crescita a doppia cifra negli arrivi dei turisti italiani con un +10,7% (+9,6% nelle presenze).