Sulla tavola c'è sempre meno carne Prosegue il calo delle vendite
La campagna aggresiva sul consumo di carni rosse avviata in autunno pesa in negativo anche sul bilancio della Federazione provinciale allevatori. E continua a farsi sentire. «Il calo delle vendite (del 7-8% ndr) è stato immediato nel punto di via Bettine e contribuisce in parte a spiegare il calo del fatturato registrato nell'esercizio 2015, di circa 500 mila euro» spiega il presidente Mauro Fezzi . In particolare, nel punto vendita di via Bettine, il fatturato ha registrato una flessione del 3,99%, da 2,987 a 2,868 milioni .
Azienda in salute.
Nonostante il calo dei consumi (il numero degli scontrini è sempre lo stesso, ma si riduce il loro valore), la Federazione ha approvato ieri, con l'unanimità dei soci in assemblea (un centinaio i presenti) un bilancio in equilibrio. Gestione oculata, riduzione dei costi e alcuni sopravvenienze attive (ricavi straordinari) spiegano il positivo risultato: utile netto di 171.683 euro (era di 45.661 nel 2014). Il valore della produzione è sceso da 16,23 a 15,88 milioni (-2,11%). I ricavi dalla gestione commerciale ( 12,49 milioni ) derivano dalla vendita di bestiame ( 7,35 milioni ), dal punto vendita ( 2,87 milioni ), dal centro di fecondazione Alpenseme ( 982 mila ) e dalla gestione delle malghe Juribello e Pozze ( 356 mila ). Gli altri ricavi (contributo annuale dei soci, ricavi da servizi commerciali, per marcatura e rintracciabilità) pesano per 935 mila euro, cui si sommano contributi pubblici per 3,3 milioni per i vari servizi offerti (libri genealogici, assistenza tecnica, programma fertilità, raccolta carcasse, manifestazione zootecniche, etc.). L'impianto fovoltaico garantisce 137 mila euro di contributi Gse. Le sopravvenienze attive ( 187 mila euro) sono il frutto della positiva conclusione, dopo tre gradi di giudizio, del contenzioso con l'Agenzia delle entrate (con un rimborso di imposte per 218 mila euro). Il costi sono stati ridotti da 16,09 a 15,72 milioni . Il patrimonio netto di 6,69 milioni , la riduzione dei debiti verso le banche (da 1,94 a 1,17 milioni ) e gli irrilevanti oneri finanziari danno l'idea della solidità dei conti. Buone prospettive ci sono per un aumento delle vendite (attraverso il Sait) della carne in vaschetta.
Manuel Cosi nel cda.
L'assemblea ha rinnovato parte del cda. Erano in scadenza per fine mandato Giacomo Broch (Primiero), Mario Carli (Giudicarie Esteriori), il presidente Mauro Fezzi (Val di Sole), Fabio Maffei (Val Rendena), Alberto Mazzola (Ledro) e Francesco Paternoster (Val di Non). Tutti riconfermati, eccetto Maffei, sostituito da Manuel Cosi .
La Federazione ha 68 dipendenti ( 32 impiegati e 35 operai). Al direttore generale Claudio Valorz , in pensione da luglio, è stato rinnovato un contratto per tre anni.
La zootecnia in difficoltà.
Ripetuti, in assemblea, i riferimenti al momento difficile della zootecnia dopo la fine delle quote latte. «La zootecnia deve trovare condivisione e sostegno da parte di tutta la società trentina» ha detto Fezzi nella sua relazione «il prezzo del latte ha raggiunto quotazioni difficilmente immaginabili, con valori anche sotto i 30 centesimi/litro». Se ne può uscire, ha aggiunto, puntando «sul modello cooperativo (questione che ha animanto il dibattito, ndr), la prevalente destinazione sul mercato locale, la promozione dei prodotti nei confronti dei cittadini e degli ospiti, l'affermazione del marchio Trentino Qualità».