Famiglia sfasciata per il gioco d'azzardo Il marito si giocava lo stipendio alle slot
Rovinati dal gioco d’azzardo che non solo terremotava le finanze familiari, ma minava le stesse basi di convivenza civile della coppia. L’ennesima conferma di quanto i videopoker - ma anche Gratta e vinci e Lotto - possano risultare devastanti arriva da un procedimento penale che vede imputato con l’accusa di maltrattamento un 35enne.
La famiglia, di origini albanesi, poteva dirsi ben integrata nel tessuto sociale trentino: lui aveva un lavoro fisso con uno stipendio di circa 1.700 euro al mese, la moglie si occupava della famiglia e del figlio che frequenta la scuola. Un’esistenza normale che è stata rotta, probabilmente in modo irreparabile, dai comportamenti violenti del marito causati da un mix micidiale: abuso di alcol e «febbre» da gioco d’azzardo.
Per anni la donna ha sopportato cercando di convincere il marito a non sperperare il denaro in pomeriggi interi trascorsi davanti allo schermo di un videopoker «mangiasoldi». Quello che inizialmente era un vizio saltuario, è diventata una vera e propria «malattia». L’uomo arrivava a giocare in pochi giorni anche la metà dello stipendio o a fare debiti. Sempre più spesso il problema alimentava accese discussioni in famiglia. L’uomo si difendeva dicendo che avrebbe smesso di giocare, giurava che non avrebbe più toccato un videopoker, ma poi regolarmente ci ricadeva.
Il danno non era solo economico ma anche sociale: con il passare degli anni il gioco (ma anche l’abitudine a bere, soprattutto durante i fine settimana) ha di fatto distrutto il nucleo familiare. I litigi diventavano sempre più frequenti e l’uomo sempre più violento: dapprima erano sberle e tirate di capelli, poi addirittura frustate. Quando, nel maggio dell’anno scorso, le violenze sono diventate insopportabili e le minacce sempre più inquietanti («la prossima volta ti copro di sangue», avrebbe detto l’imputato alla consorte) la donna ha sporto denuncia ai carabinieri raccontando, tra l’altro, di essere stata ripetutamente colpita sulla schiena con una cintura. Subito dopo la magistratura intervenne vietando al marito di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie, che nel frattempo aveva lasciato la casa.
Il processo a carico del marito, accusato di maltrattamenti in famiglia, ieri è stato rinviato. Al di là degli aspetti penali, su cui deciderà la magistratura, la vicenda riporta alla ribalta il tema irrisolto del gioco d’azzardo. Solo pochi giorni fa anche a Trento è stato organizza una giornata di sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo «Tra il 2012 ed oggi - ha sottolineato nell’occasione la coordinatrice dell’Associazione Ama, Miriam Vanzetta - riceviamo circa un centinaio l’anno di nuove richieste d’iscrizione ai percorsi dedicati alle famiglie con un componente soggetto al gioco. Si stima che in Trentino siano circa quindicimila le persone con problemi connessi alle dipendenze da slot-machine da poker online o da altre forme di gioco d’azzardo».