Amianto, bonifiche urgenti al Santa Chiara e a Villa Igea A rischio le tubature nei cunicoli dei due ospedali di Trento
È allarme per le vecchie tubature situate nei cunicoli degli ospedali Santa Chiara e Villa Igea. Il rivestimento di amianto si sta sfaldando ed è stato necessario intervenire urgentemente per evitare i rischi legati all'inquinamento di questa pericolosa sostanza.
Nei mesi scorsi, in attesa dell'avvio dei lavori, erano state poste in essere una serie di misure di sicurezza straordinarie per l'incolumità degli operai incaricati ai lavori di manutenzione.
A segnalare la situazione, già nel mese di marzo, era stato il servizio tecnico dell'Azienda sanitaria che aveva riscontrato numerose perdite sulle dorsali principali di acqua fredda, acqua calda sanitaria e riscaldamento e raffreddamento dovute alla vetustà dell'impianto. Era stata informata la ditta incaricata alla riparazione, ma la stessa aveva comunicato che non era possibile intervenire visto il degrado dell'impianto. A quel punto era stato prelevato un campione del materiale isolante ed era emersa la presenza di amianto.
Informato l'ispettorato del lavoro, si era provveduto a redigere un verbale di somma urgenza per l'immediata esecuzione dei lavori necessari alla bonifica dei luoghi. Nel frattempo, assicura l'Azienda, era stata effettuata una perizia per escludere la presenza di fibre di amianto nell'aria. L'amianto si presentava compatto nei rivestimenti delle tubature, ma era comunque necessario intervenire al più presto.
«La Sist - si legge nella determinazione firmata dal direttore del servizio Immobili e servizi tecnici Mauro Trentinaglia - pur sussistendo la necessità di ripristinare con urgenza le condizioni di sicurezza degli edifici, ha comunque ritenuto opportuno acquisire quattro preventivi».
La miglior offerta per il Santa Chiara è arrivata dalla ditta Ecoopera per un importo di 269.500 euro e per il Villa Igea dalla ditta Bauflex Italia per 106.789 euro. È stata poi predisposta una perizia che individua i lavori di somma urgenza da affidare per un importo complessivo di 547.484 euro.
Già l'Uopsal, scoperta la situazione nei cunicoli, aveva disposto il divieto di accesso e transito a tutto il personale nelle zone interessate dalla presenza di amianto; aveva ordinato l'immediata messa in sicurezza delle tubazioni degradate e la rimozione e smaltimento in apposite discariche del materiale contaminato.
L'Azienda ha quindi provveduto alla chiusura di tutti gli accessi ai cunicoli, alla sostituzione delle serrature mettendo a disposizione le chiavi solo per gli interventi di urgenza da effettuarsi con le dovute protezioni previste in caso di presenza di amianto. Per garantire la massima sicurezza del personale era stato ordinato di installare delle unità di decontaminazione sia del personale che dei materiali di adeguare la segnaletica per avvertire tutti del pericolo. Tutta una lunga serie di prescrizioni erano state date anche in merito ai campioni da analizzare quotidianamente.
La bonifica riguarda, per il S. Chiara, 7.800 metri di tubazioni e 1.700 metri del Villa Igea. I lavori per la rimozione del materiale, che era stato posizionato intorno agli anni ?60, quando le due strutture furono costruite e l'utilizzo dell'amianto ignorato, sono stati avviati nelle scorse settimane. Già nel 2005 erano stati effettuati lavori di rifacimento della copertura di lastre di eternit (materiale composto da cemento e fibre d'amianto) dell'ospedale S. Chiara. La bonifica aveva riguardato il tetto del corpo stellare, della centrale termina e della palazzina uffici.
L'amianto è costituito da fibre che hanno la caratteristica di dividersi longitudinalmente, per cui mantiene questo suo aspetto fino alla dimensione di alcuni centesimi di micron (un micron è un millesimo di millimetro). Per questo è così pericoloso se inalato, infatti può entrare in profondità negli alveoli polmonari.
Queste fibre disperse in aria possono essere inalate dall'uomo e le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all'apparato respiratorio. L'amianto è stato riconosciuto come un cancerogeno certo per l'essere umano.