Truffa, assegni «taroccati» alla Cassa rurale di Trento
La banda dell'assegno circolare contraffatto. Potremmo sescriverla così quella che per la procura di Trento era un' associazione a delinquere che, con raffinati artifici e raggiri, riusciva a incassare assegni circolari rubati e poi contraffatti. Il bersaglio preso di mira è stata la Cassa rurale di Trento.
Gli imputati sono comparsi ieri in udienza preliminare: si tratta di Giovanni Profita, 29 anni di Aversa; Arturo Tangredi, 36 anni di Aversa, Maddalena Maisto, 25 anni di Giuliano in Campania e Manuel Di Mare, 22 anni di Aversa. I primi tre sono stati rinviati a giudizio, con processo che inizierà a novembre, mentre Di Mare ha patteggiato 1 anno e 11 mesi di reclusione.
Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Trento e coordinate dal pm Marco Gallina, sono partite su segnalazione dell'istituto di credito truffato. Secondo l'accusa il quartetto era riuscito ad acquisire da terzi assegni circolari regolarmente emessi per conto di società assicurative, ma oggetto di furto nel corso della spedizione ai legittimi beneficiari.
Trattandosi di un buon numero di assegni intercettati e rubati, gli inquirenti ipotizzano che il furto avvenisse direttamente all'interno degli uffici postali. Gli assegni risultavano emessi in luoghi diversi (Cuneo, Roma e soprattutto Verona) ed erano stati spediti da diverse compagnie assicurative (tra la parti lese sono citate Generali, Hdi, Axa, Cargeas, Grupama). Secondo l'accusa gli imputati falsificavano i titoli di credito su cui inserivano false generalità al posto dei nomi dei reali beneficiari. Gli stessi imputati - sempre nella prospettazione accusatoria - sarebbero riusciti anche a confezionare patenti di guida, carte di identità a tesserini sanitari apparentemente genuini sui quali apponevano le proprie fotografie ma con le generalità false.
L'ultimo gradino di quella che appare una truffa molto ben confezionata era presentarsi in banca, aprire un conto corrente con una cifra minima, depositare gli assegni circolari "taroccati", infine ripresentarsi qualche giorno dopo allo sportello e incassare la somma. Secondo l'accusa gli imputati avrebbero colpito a Trento per tre volte nel giro di pochi giorni. L' 8 giugno 2015 Profita si presentava alla Cassa rurale di Trento, filiale di via Don Sordo dove, esibendo una falsa patente di guida con le generalità di Salvatore Vitale, apriva un conto versando appena 50 euro. Il 12 giugno l'imputato tornava in banca versando due assegni circolari (risultati poi rubati e contraffatti) da 1.503 e 1.498 euro.
L'imputato il 19 giugno si ripresentava allo sportello: ritirava 2.800 euro e depositava altri assegni circolari. Con questo sistema l'uomo sarebbe riuscito a procurarsi un profitto illecito di 6.250 euro.
Il 12 giugno, sostiene l'accusa, Maddalena Maisto apriva con modalità analoghe un conto alla Cassa rurale, filiale di via Grazioli. Anche lei il 19 giugno tornava in banca depositando assegni circolari contraffatti. In seguito ritirava il denaro dal conto. L'ingiusto profitto anche in questo caso sarebbe di 6250 euro. Infine anche Tangredi avrebbe agito in maniera simile aprendo un conto negli stessi giorni alla filiale di via Santa Croce: in questo caso il "bottino" sarebbe stato di 4.000 euro.
La truffa sfruttava abilmente il fatto che la banca non veniva subito a sapere che gli assegni erano stati rubati e falsificati. Questo perché chi doveva ricevere l'assegno dall'assicurazione denunciava solo a settimane di distanza il mancato arrivo del titolo di credito. Per la Rurale di Trento dunque l'assegno - che è e rimane un pezzo di carta su cui c'è un rischio di negoziazione, ci ricorda il direttore generale Giorgio Bagozzi - era valido. Ma la banca, che non ha subito danni perché assicurata contro le truffe, ha colto qualche segnale sospetto allertando la polizia che è poi riuscita ad identificare i presunti truffatori.