«Corsi di difesa personale per il personale» La risposta alle aggressioni su treni e bus
Dal corso per la gestione dei conflitti all'incontro sulle tecniche per autotutelarsi nel caso di aggressione. Dopo l'ennesimo episodio violento ai danni di un capotreno, avvenuto sabato sera sulla corsa che da Bassano era diretta a Trento, il timore del personale in servizio sui convogli e sui bus è che la situazione - fin qui molto grave - non possa che peggiorare. I sindacati sono pronti a dare battaglia («anche attraverso uno sciopero generale», come evidenzia la Uiltrasporti del Trentino) e le aziende interessate, come Trentino Trasporti, stanno valutando quali strategie adottare per garantire, oltre alla tutela dei viaggiatori, l'incolumità del personale. Lo scorso mese erano state due le aggressioni sui treni: a Borgo (un capotreno coinvolto in un'accesa discussione con un passeggero) ed a Trento (un altro capotreno colpito da un pugno da un minorenne).
«Non ci si aspettava una tale impennata del fenomeno», ammette il direttore generale di Trentino Trasporti Esercizio, Mauro Allocca.
L'aggressione sul treno.
Era l'ultima corsa della ferrovia della Valsugana diretta a Trento, sabato sera. La vittima è un capotreno delle Ferrovie dello Stato residente in Valsugana, che già in passato era rimasto coinvolto - suo malgrado - in episodi violenti legati al suo lavoro: sabato contro di lui, con calci e pugni, si è scagliato un giovane a cui aveva contestato il biglietto (valido solo per la provincia di Trento e non per il tratto veneto). Subito è stato dato l'allarme, con l'intervento della polizia ferroviaria e dei carabinieri. L'episodio è avvenuto all'altezza di San Nazario, in provincia di Vicenza, ma la «trappola» per l'aggressore è scattata alla stazione di Grigno, con i carabinieri che sono saliti sul treno e l'hanno identificato: è un macedone residente a Pergine. Verrà denunciato. Il capotreno ha preferito terminare la corsa ma, sofferente per le botte, a Trento ha deciso di farsi visitare al pronto soccorso: i medici gli hanno riscontrato la frattura di una costola, oltre a diversi traumi.
La proposta: corsi di autodifesa.
Anche se la vittima è un dipendente di Ferrovie dello Stato, Trentino Trasporti Esercizio non sta a guardare predisponendo, in accordo con i sindacati, un piano di intervento. «In passato abbiamo organizzato un corso destinato ai verificatori dei titoli di viaggio per capire come approcciarsi con l'utenza che manifesta determinati problemi - spiega il direttore generale Allocca - Si è trattato di incontri con personale specializzato». Il corso, come sottolinea il direttore di esercizio Mauro Masini, era di gestione dei conflitti; l'ultimo incontro verteva sull'«auto protezione», ossia come difendersi quando si è aggrediti. Non un corso di arti marziali (nessuna esercitazione in palestra, evidenzia l'azienda), ma quali strategie adottare per evitare di essere colpiti. Insomma, una guida pratica per scansare i colpi utilizzando più la psicologia della forza fisica. Ma presto potrebbero partire gli incontri per imparare le «vere» tecniche di autodifesa.
Le soluzioni.
«Stiamo valutando di organizzare corsi di difesa personale, quando dall'aggressione verbale si passa alle vie di fatto - prosegue il direttore Allocca - In quest'ultimo anno, soprattutto in ambito ferroviario, c'è stata una recrudescenza del fenomeno. Fino al 2016 si trattava di episodi isolati. Stiamo discutendo del problema con i sindacati». L'avvio di corsi di autodifesa non sarebbe l'unica soluzione per arginare il fenomeno. «Abbiamo avviato alcuni incontri anche con Ferrovie dello Stato - spiega Allocca - Si sta valutando se sia possibile la collaborazione della polizia ferroviaria anche sulla Trento - Malé. Rimango però dell'opinione che l'incolumità di chi è a bordo di mezzi pubblici dovrebbe spettare a chi è preposto a garantire l'ordine pubblico».