Sindacati, Provincia e Trentino Trasporti d'accordo Via libera ai biglietti venduti sull'autobus

di Chiara Turrini

La vera notizia, probabilmente, è che sono tutti d’accordo. Sindacati, azienda, Provincia, comune, utenti, lavoratori: tutti remano dalla stessa parte. Almeno fino ad ora e almeno a parole, per carità. I problemi, in futuro, forse ci saranno, ma ad oggi è certo che la questione biglietti sugli autobus rappresenta una sorta di compromesso storico in salsa trentina.

Tutti vogliono che i tagliandi vengano venduti a bordo e questo è il punto di partenza più importante.

Dopo l’ok di lunedì sera da parte dei lavoratori (il referendum interno ha visto il 77% dei 304 aventi diritto dare l’approvazione all’accordo), le prossime tappe saranno sempre più tecniche.

Ci sarà la sperimentazione su due linee, poi la valutazione dei risultati e infine si procederà ad allargare l’iniziativa a tutto il trasporto trentino.


 

Se ne parla da anni, in tutta Italia. Ora anche a Trento diventa realtà, e gli autisti svolgeranno anche la mansione di bigliettai e controllori.

In Europa è una prassi: nelle principali capitali, da Londra a Berlino, passando per Dublino e Parigi, il biglietto si compra dall’autista una volta saliti a bordo del mezzo. Lo stesso avviene in Spagna e in Austria. La consuetudine si applica da sempre anche nelle grandi metropoli (anche a New York) senza causare problematiche di sorta. Anche in provincia di Bolzano, sugli autobus urbani della Sasa, il ticket si acquista a bordo.

Già nel 2013 la misura era stata proposta a livello nazionale, a seguito delle pesanti irregolarità riscontrate nell’uso del servizio di trasporto locale, un po’ ovunque nelle città italiane. Esempi negativi clamorosi sono balzati agli onori della cronaca, come il caso di Palermo, dove tre anni fa, per tamponare l’alta evasione tariffaria, era stata introdotta una sperimentazione con i vigili urbani a bordo. A Firenze invece nei primi mesi del 2013, anno in cui si sono svolti gli studi preliminari all’introduzione della norma, risultava che 170 passeggeri su 200 erano sprovvisti di biglietto. In Italia ci sono circa 1.100 aziende di trasporti, e il nuovo contratto collettivo, introdotto nel 2015, ha fornito un quadro generale in cui ciascuna realtà ha poi ritagliato il proprio regolamento.

Quest’anno è iniziato con l’adesione al nuovo contratto degli autisti veronesi della Atv, che dal marzo scorso vendono i biglietti a bordo dei mezzi. La misura permette il massimo controllo sul pagamento delle tariffe, per eliminare il fenomeno dell’evasione. Nei primi mesi di sperimentazione l’azienda ha affiancato all’autista un «facilitatore», con lo scopo di agevolare le operazioni di acquisto.

La prima regione, in Italia, ad aver introdotto un sistema di pagamento, quello a bordo, definito «europeo», è stata l’Umbria. Dopo un periodo di sperimentazione con i tornelli all’ingresso delle stazioni, a Perugia, Terni e Spoleto l’autista è diventato una figura centrale già tre anni fa, riscuotendo la tariffa con l’ordine tassativo di non partire fino a che tutti i passeggeri non abbiano pagato. Prima di ciò, l’azienda di trasporti regionale registrava un mancato incasso di oltre 3 milioni di euro.

I dirigenti del Servizio Trasporti Pubblici della Provincia Autonoma di Trento si sono confrontati con realtà diverse prima della recente introduzione del nuovo servizio. «Due anni fa avevamo iniziato le prime analisi delle esperienze italiane più vicine ai modelli europei  - spiega Roberto Andreatta, direttore del Servizio Trasporti Pubblici provinciale - in particolare abbiamo avuto contatti con il direttore generale di Umbria Mobilità che si trovava alle prese con l’avvio delle nuove procedure per i servizi urbani della Regione Umbria. Il confronto fu positive e ne vennero tratte alcune preziose indicazioni circa le modalità di incarrozzamento degli utenti e circa la condotta da tenere a cura degli agenti di guida in caso di resistenza rispetto al pagamento del biglietto».

«L’ordine di servizio che venne concordato da Umbria Mobilità con le parti sindacali costituisce a tutto oggi un esempio di buona pratica e prevede esattamente le operazioni di cui si è parlato in questi giorni – continua il dirigente – ossia il controllo del passeggero in salita ad eccezione delle corse di particolare criticità ed eventuale emissione del biglietto, nonché chiamata alla centrale in caso di mancato adeguamento da parte delle utenze, con veicolo fermo».

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