Studenti davanti alla Provincia per dire no alla «buona scuola»

Una quarantina di studenti delle scuole superiori della città sono scesi in piazza questo pomeriggio alle 15. Un picchetto davanti alla sede della Provincia, con un paio di striscioni, un fumogeno e qualche discorso al microfono, tra una canzone dei 99 Posse e di Caparezza. I giovani hanno voluto rivendicare il proprio diritto allo studio, denunciando la scarsa attenzione posta alle loro ragioni sia da parte del governo romano sia da parte di quello trentino. «Ci hanno imposto una riforma che non ci piace: noi non siamo delle macchine e non siamo in vendita per 80 euro. La scuola sta diventando sempre più elitaria, come dimostra il caro libri, e non piace nemmeno ai professori, che a maggio sono scesi in piazza con noi». 

Oltre al no alla buona scuola, la manifestazione è stata l'occasione per ribadire la contrarietà al referendum e la richiesta di verità per Cucchi.

IL COMUNICATO 

C'È CHI DICE NO!
MOBILITAZIONE STUDENTESCA NO BUONA SCUOLA

Quando si parla di buona scuola si parla di un progetto politico ben preciso, che non punta tanto a cambiare il nostro sistema scolastico quanto a preparare noi studenti al mondo del lavoro, lasciando perdere completamente la nostra istruzione e la nostra formazione di cittadini. Da qui parte la mentalità della scuola-azienda, capitanata da un preside sceriffo, votato all'insegnamento della disciplina e dell'obbedienza più che alla salvaguardia della nostra istruzione, formando così una generazione di macchinette, incapaci di leggere la realtà ma pronta a farsi comprare per 80 euro al mese.  

Da qui parte il progetto malato dell'alternanza scuola-lavoro, che vorrebbero far passare come occasione per entrare nel mondo del lavoro, quando sappiamo benissimo che anche i lavoratori più competenti fanno fatica a trovare lavoro e sapendo che i dati di occupazione crescono solo grazie al fatto che i lavoratori non hanno più garanzie, risultando quindi precari a vita. Da qui nasce l'idea dello studente macchina-incognita educato all'obbedienza e alla passività, pronto ad essere merce di scambio fra istruzione e mondo del lavoro. Abbiamo una brutta notizia per Renzi, Rossi e tutti gli ipocriti che sostengono la buona scuola.

Non siamo in vendita. Per questo noi, Coordinamento degli Studenti Medi di Trento faremo sentire la nostra voce il 7 ottobre assieme a tutti gli studenti d'Italia. Scenderemo in piazza per gridare la scuola che vogliamo, una scuola pubblica, laica e solidale che ci prepari ad essere cittadini attivi e critici, attenti alla realtà che li circonda. Scenderemo in piazza per riprenderci il nostro futuro, perché violento è chi impone questa riforma scellerata, senza ascoltare le migliaia di studenti e professori scesi in piazza per dire no alla buona scuola, e non chi scende in piazza per il proprio futuro. Perché se non ci ribelliamo adesso la schiavitù è una scelta. 

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