Il Trento gioca in carcere Un pallone per un sorriso
Se riportassimo la notizia nelle pagine sportive dovremmo riferirvi della clamorosa sconfitta di un Trento con il freno a mano tirato, che fino a ieri mattina era una vera e propria corazzata invincibile. Ma siccome la notizia è di cronaca, il risultato della partita è veramente di scarsissima importanza. Quello che conta è la pregevole iniziativa del Trento calcio, che ieri si è recato con un gruppo di giocatori e dirigenti nel carcere di Spini, per ufficializzare una partnership con la struttura diretta da Valerio Pappalardo («Il carcere deve essere aperto, perché la sua funzione è dare una prospettiva di rieducazione») e per regalare un sorriso a una quindicina di detenuti che sono scesi in campo per un’amichevole che ricorderanno a lungo.
La società del presidente Mauro Giacca ha regalato alcune mute da gioco e, come detto, garantito che la collaborazione non si fermerà certamente qui.
«È stata una mattinata emozionante, di grande gioia - dice soddisfatto Giacca - e apprezzata da tutti. Siamo entrati in un ambiente dove c’è sofferenza ma grazie al pallone abbiamo portato un sorriso. Torneremo almeno una volta all’anno e grazie alla collaborazione con il direttore Pappalardo abbiamo stretto un patto per altre iniziative».
Insieme a Giacca e ai vertici aquilotti, da mister Stefano Manfioletti al ds Claudio Rastelli passando per il direttore generale Fabrizio Brunialti, c’era anche il sindaco Alessandro Andreatta, che ha voluto essere personalmente presente a sancire la collaborazione, oltre a esibirsi in un ottimo calcio di rigore dimostrando tecnica e freddezza.
Le emozioni, prosegue Giacca, non sono mancate. «I ragazzi che sono scesi in campo contro i nostri giocatori erano veramente felici e poi è stato bellissimo sentire il tifo di chi è rimasto nelle celle: applaudivano i compagni, cantavano e, come allo stadio, scandivano il ritmo battendo sulle sbarre».
Pur nel momento sociale e umano, la passione per il calcio non si dimentica: «E poi ho notato due dei carcerati veramente bravi: “fisicone”, uno aveva un gran sinistro e l’altro un grande controllo di palla».
Tornando alla solidarietà, «come presidente sono orgoglioso che il Trento si dimostri sempre vicino al territorio. Anzi, mi permetto di consigliare ad Aquila basket e Trentino volley di fare qualche iniziativa simile, perché queste persone, che hanno sbagliato e stanno pagando, meritano mattinate così».