Mani esperte dietro l'attentato incendiario alle Poste Caccia ai responsabili: si segue la pista anarchica

Ci sono mani esperte, dietro all’attentato incendiario che, all’alba di martedì, ha completamente distrutto nove Fiat Panda

Ci sono mani esperte, dietro all’attentato incendiario che, all’alba di martedì, ha completamente distrutto nove Fiat Panda in dotazione alla direzione provinciale delle Poste parcheggiate nel piazzale della sede di via Trener, a Trento nord.

[[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1510976","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","width":"180"}}]]  [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1510966","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","width":"180"}}]]  [[{"type":"media","view_mode":"media_preview","fid":"1510961","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"180","width":"180"}}]]

Dare loro un volto ed un nome, però, non sarà semplice. Il lavoro di indagine, affidato ai militari dell’Arma e partito non appena l’altro ieri i vigili del fuoco hanno potuto avere ragione delle fiamme e mettere in sicurezza l’area in cui si trovavano le vetture, pare infatti non possa essere sostenuto da importanti elementi quali potrebbero essere, ad esempio, i filmati di telecamere di videosorveglianza: poche le immagini utili, con le videocamere che «vegliano» prevalentemente sui cancelli d’ingresso al piazzale e solo in parte su quest’ultimo. Obsoleti anche gli altri sistemi d’allarme.

«Abbiamo sottolineato quale sia l’importanza di rafforzare le misure attive e passive di sorveglianza anche con i responsabili di Poste Italiane», ha non a caso spiegato il commissario del governo Pasquale Gioffrè al termine della seduta di ieri mattina del Comitato per l’ordine e la sicurezza che proprio Gioffrè aveva deciso di convocare d’urgenza a seguito dell’attacco incendiario: per l’occasione accanto ai vertici delle forze dell’ordine ed ai rappresentanti degli enti locali, al tavolo sono stati convocati anche i responsabili di Poste italiane.

Incenerite 9 Panda nuove delle Poste

 

«Ogni dubbio sulla natura dolosa dell’incendio è stato fugato, anche se al momento non vi sono elementi di novità ne per quanto riguarda eventuali rivendicazioni né per quel che riguarda le modalità con cui le fiamme sono state appiccate», ha spiegato ancora Gioffrè.

Gli accertamenti che i vigili del fuoco permanenti di Trento hanno potuto svolgere una volta spente le fiamme, quando martedì mattina erano quasi le 7, hanno permesso di chiarire come le fiamme abbiano avvolto tutte le auto in sosta pressoché contemporaneamente: ciò significa che chi ha agito non ha appiccato il fuoco ad un’unica auto contando poi sull’effetto delle fiamme per estendere il rogo alle altre vetture ma ha, invece, agito meticolosamente e con diabolica perizia. Ancora non è stata fatta piena luce, tuttavia, sulle varie modalità con cui i responsabili possano essere entrati in azione, utilizzando cioé liquidi infiammabili come il carburante o altri possibili inneschi.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1511051","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

Minori dubbi sono invece quelli relativi alla pista più accreditata tra quelle seguite al momento: «Le indagini stanno procedendo a trecentosessanta gradi e senza escludere, al momento, alcuna possibilità: quel che è certo, tuttavia, è che le modalità con cui l’attacco è stato portato ed i precedenti che hanno visto finire nel mirino Poste italiane lasciano pensare all’azione di gruppi anarchici.

«Da tempo il movimento anarchico ha messo le Poste nel proprio mirino - ha spiegato il commissario del governo - colpendo la società nelle sue varie forme sul territorio: in Provincia erano stati colpiti in passato gli sportelli automatici delle filiali Bancoposta - con danneggiamenti ai Postamat - e lo stesso era accaduto anche in altre zone d’Italia, ad esempio in Liguria».

In assenza di rivendicazioni non viene scartata nessuna delle possibili motivazioni: la più valida resta quella legata all’attività che Poste, tramite la compagnia aerea Mistral air, ha nel trasferimento dei migranti verso i centri di identificazione o nei rimpatri. In estate in provincia venne a questo proposito preso di mira lo sportello postale di via Muredei, le cui vetrate erano state danneggiate a colpi di mazza e poi imbrattate con vernice spray. «Poste = Mistral = deportazioni», recitava una delle scritte. In quel caso, era giugno, il blitz fu duplice: contemporaneamente non solo in via Muredei ma anche a Rovereto.

Non solo: già in primavera dal movimento anarchico erano arrivate minacce precise tramite volantini in cui veniva attaccata la società: «Poste italiane collabora con le deportazioni di prigionieri rinchiusi nei Cie».
Al momento si seguono tuttavia tutte le possibili piste, analizzando anche altre motivazioni: da quelle legate ai tagli al servizio di consegna della corrispondenza (anche se a venir colpito è stato un centro direzionale di Poste e non una struttura a servizio della distribuzione di lettere, pacchi e documenti ai cittadini) fino all’attività di gestione del risparmio che Poste italiane esercita attraverso Bancoposta e che assimila la società ad una banca, da sempre bersaglio del movimento anarchico.

Salva

Salva

comments powered by Disqus