Senzatetto: emergenza posti Costretti a dormire all'aperto

di Matteo Lunelli

La si chiama comunemente emergenza freddo o emergenza letti o emergenza senzatetto. E, in realtà, si sbaglia: l'emergenza, secondo la Treccani, è una circostanza imprevista, accidente.

In questo caso, invece e purtroppo, ci si riferisce a un fenomeno che torna puntualmente ogni anno, ogni inverno (ma il problema è anche estivo), appena le temperature scendono. Basti pensare che al Convento dei Cappuccini in questi giorni ogni sera vengono distribuiti almeno una trentina tra coperte e sacchi a pelo a persone che poi vanno a cercare riparo sotto un ponte, su una panchina, in una casa abbandonata, in un parcheggio.

Il problema è ben noto e, appunto, conosciuto. Ma, a quanto pare, impossibile da fronteggiare e arginare. Inoltre sarà destinato inevitabilmente a crescere numericamente.

L'interessante chiave di lettura ce la fornisce Bruno Santoni , volontario e consigliere di Trentino Solidale: «I richiedenti asilo, che non vanno confusi con i senzatetto, per ora sono ospitati nelle strutture provinciali, ma prima o poi termineranno il loro periodo di assistenza e, probabilmente, si ritroveranno senza un tetto e senza un lavoro. Adesso sono all'interno di un sistema, ma che la loro domanda di asilo venga accettata o meno, entro qualche mese ne usciranno e siccome c'è la crisi e di lavoro non ce n'è potrebbero poi diventare dei senzatetto. In prospettiva, quindi, sarà molto dura».

A Trento alcune strutture sono già operative, altre lo saranno a breve. Casa Papa Francesco, ad esempio, aprirà le porte nelle prossime settimane. «La data prevista è l'1 dicembre - spiega Giovanna Fadanelli , presidente di Trentino Solidale - ma auspichiamo di riuscire ad accogliere già qualche giorno prima. Le richieste ci sono già, ma poi arriveranno tramite lo Sportello Unico, che ha il compito di creare una sorta di graduatoria e poi indirizzare le persone in quelli a bassa soglia. La struttura ha 25 posti e ci lavorano i nostri volontari, che con un approccio umano e familiare offrono, oltre all'accoglienza, ascolto».

Lo Sportello, già attivo da un paio d'anni, è aperto dalle 14.30 alle 16 ogni giorno, esclusi il sabato e la domenica. Le persone si registrano, in base a determinati parametri vengono messe in una lista e poi smistate. Finché c'è posto, ovviamente. Poi si resta fuori, nel senso di all'aperto. Normalmente viene data un'ospitalità massima di 30 giorni per gli stranieri e di 60 per residenti in Trentino.

Il problema è quello della cosiddetta bassa soglia, ovvero le situazioni di estrema difficoltà.

«Per questa il punto di riferimento è lo Sportello - spiega Pino Palatucci - che ci manda gli ospiti. Noi siamo sempre aperti con Casa Maurizio e Casa Paola: non offriamo solo un tetto, ma diamo dignità sociale alle persone. In totale abbiamo una quarantina di posti, anche per quelli che definiamo ospiti-assistenti. Diamo cena, colazione e merenda, alle 22 tutti devono essere tornati nelle case».

A proposito di pasti. Dai Cappuccini la richiesta negli ultimi giorni è aumentata del 30%, probabilmente anche a causa della momentanea chiusura del Punto d'Incontro: quindi ogni sera vengono distribuiti 130 pasti.

La situazione della città è ben conosciuta anche dall'assessore competente Mariachiara Franzoia . «L'emergenza è ormai strutturale. C'è stato un aumento dei posti a disposizione, grazie al grande lavoro di associazioni e volontari, ma siamo consapevoli di non rispondere a tutte le richieste e le esigenze. In questi giorni siamo stati molto vicini al Punto d'Incontro per i fatti, fortunatamente casi isolati, della settimana scorsa. Ora vigileremo». Richiedenti asilo di oggi, senzatetto di domani: cosa ne pensa? «La preoccupazione c'è, ma stiamo facendo anche dei ragionamenti in merito. Potenzialmente, è vero, potrebbe venire a crearsi un problema. Ma è anche vero che la questione è più grande di noi, riguarda l'Italia e l'Europa». Dormitorio di via Lavisotto: se ne parla da cinque anni, ci sono novità? «Nessuna. Anzi, chiediamo alla Provincia di velocizzare le operazione, nell'interesse di tutti».

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