«Addio Francesco, ora cammini sulle vette» L'addio a Fabbrici, travolto da una valanga
In centinaia si sono stretti, in una cerimonia funebre tenutasi nel primo pomeriggio di ieri, intorno ai famigliari, alla fidanzata ed agli amici di Francesco Fabbrici, il ventinovenne rimasto inghiottito lo scorso 13 novembre da una valanga sulle Dolomiti di Brenta. La piccola cappella del cimitero monumentale cittadino, dove si si svolta la toccante cerimonia funebre, non è infatti riuscita a contenere tutti i presenti, e molti si sono dovuti assiepare sulla scalinata e sullo spiazzo esterno, attendendo il proprio turno per portare l'ultimo saluto ad un giovane conosciuto e stimato, scomparso in un tragico incidente sulle amate montagne.
Vicino al feretro, tra le persone strette nel cordoglio, vi erano i genitori Lorenza e Giancarlo e la sorella Caterina, affranti dal dolore. In mezzo a loro sedeva in lacrime la fidanzata Elisa, mentre a poca distanza, accolto dall'abbraccio degli amici, era Michele Binotto, miracolosamente scampato alla stessa valanga sopra il rifugio XII Apostoli che al giovane ingegnere, originario di Trento, è costata la vita.
La cerimonia laica ha avuto inizio con una canzone interpretata dal gruppo scout di Madonna Bianca, di cui la fidanzata del giovane è parte da lungo tempo.
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1513931","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"777","width":"1060"}}]]
Di seguito, uno alla volta, spesso con gli occhi gonfi dal pianto e con degli appunti tra le mani, per evitare che la commozione rendesse sconnesso il discorso, in molti si sono alternati al microfono collocato nel centro della cappella, prendendo la parola per condividere con i presenti un aneddoto o un fatto che ha visto protagonista il giovane. Dalla tenera età, quando il ragazzo compiva i primi passi, issandosi su massi più grandi che incontrava sul proprio cammino, fino all'età adulta, caratterizzata dall'attenzione nei confronti degli amici e dalla passione per l'alta quota, la vita di Fabbrici è stata ricostruita minuziosamente attraverso il ricordo serbato da chi lo amava. Anche i suoi ultimi, drammatici istanti di vita, sono stati ripercorsi dalle parole degli amici più intimi, che hanno inteso ringraziare anche Binotto per aver «fatto il possibile per aiutare il proprio compagno».
«Alcune volte - hanno detto gli amici che, con la voce rotta dall'emozione, hanno voluto lasciare un ricordo - cerchiamo un perché senza riuscire a trovarlo, ma il destino è ingiusto. L'ultima volta che ci siamo visti programmavamo l'ultima uscita in bivacco della stagione. Così ti vogliamo ricordare, come una persona piena di gioia. E vogliamo ricordare anche l'amico Michele, che non ha voluto abbandonare il compagno fino alla fine».
L'amore per l'avventura, unita all'attenzione per gli altri e alla sensibilità, è stata ricordata anche dallo zio Carlo, che ha dovuto interrompere più volte il racconto per il turbamento. «Ti ricordo - ha detto questi in lacrime - come una persona buona, decisamente un uomo mite. E mi vengono in mente le tante volte in cui mi ha aiutato a tagliare un albero in sicurezza, oppure nel tempo libero trascorso assieme. Ora so che cammini su altre vette».
Al termine della breve e commovente cerimonia, seguendo le indicazioni fornite dalla madre di Elisa, Sonia, che ha coordinato lo svolgimento delle esequie, una lunga file di persone si è diretta, seguendo il carro funebre, sino al luogo dell'inumazione, dove è stato intonato da tutti i presenti «Il Signore delle cime».