Funivia per Povo e Nordus Servono 150 milioni di euro
L’assessore provinciale Gilmozzi: la rete di tram ad anello a Trento deve aspettare
«Siamo in attesa dei finanziamenti europei per due opere di collegamento, il Nordus e la funicolare piazza Venezia-Povo, che trasformeranno il trasporto pubblico a Trento, assicurando una migliore interconnessione tra i sobborghi. Tutte le altre ipotesi, senz’altro ben accette, sono comunque da valutare sul lungo periodo, in relazione alla trasformazione della vita nel capoluogo».
L’assessore provinciale alle infrastrutture, Mauro Gilmozzi, ha licenziato con queste parole il progetto «Tuttocittà 2026», presentato da Alessandro Busana e Davide Cappelletti (del collettivo Campomarzio) per una nuova mobilità su rotaia nella città di Trento: il progetto Ring di tram circolare a servizio sia del fondovalle che della collina.
Secondo Gilmozzi - intervenuto nell’ambito di un affollato convegno organizzato dalle circoscrizioni della collina Est (Argentario, Villazzano e Povo) e moderato dal giornalista Domenico Sartori - le due infrastrutture già in programma e in attesa di sovvenzioni comunitarie permetteranno da sole di risolvere buona parte dei problemi di mobilità all’interno dei confini cittadini, assicurando collegamenti rapidi con le aree periferiche.
«Rendiamoci conto - ha precisato Gilmozzi - che non viviamo più nel Novecento, e che nelle città vi sono nuovi paradigmi di vita, dove ciascun quartiere cittadino viene vissuto secondo la logica della prossimità. Al contempo, si mostrano nuove sfide di mobilità internazionale, incentrata principalmente sulla ferrovia. In questo senso ci stiamo muovendo per progettare nuovi collegamenti su rotaia verso il Trentino Occidentale e quello Orientale, con le ferrovie del Garda e quella delle Dolomiti. In città, la sfida, è invece all’insegna dell’intermodalità, e del collegamento con la rete di trasporto europea».
La serata, nella Sala polivalente del Centro civico di Cognola, è stata organizzata allo scopo di presentare il progetto Ring, rete tranviaria ad anello, studiato da Campomarzio per la città di Trento, lungo gli assi di collegamento principali, tra centro città e sobborghi.
In particolare, l’incontro - a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche il vicesindaco e assessore alla mobilità Paolo Biasioli, Marco Tubino dell’Università di Trento e Marco Cattani di Trentino Trasporti - voleva essere un’occasione di discussione sul trasporto pubblico verso la collina orientale della città, che accoglie all’incirca un terzo dei pendolari che si muovono sul Comune di Trento.
«Avvertiamo - ha precisato Tubino - una certa emergenza in merito al trasporto degli studenti dal centro storico a Povo. Per ora il sistema regge, malgrado non sia ottimale per l’organizzazione delle lezioni, ma già il prossimo anno ci aspettiamo un incremento dei ragazzi che si muoveranno con i mezzi pubblici a scapito di quelli privati».
Ad oggi, ha riferito Cattani, sulla collina orientale si muovono quotidianamente 160 autobus, per un costo complessivo di esercizio di 7 milioni di euro l’anno.
Il collegamento con Povo è invece assicurato per 10 mila viaggiatori al giorno (il doppio delle altre circoscrizioni). Secondo Gilmozzi, la realizzazione del Nordus, la metropolitana di superficie basata sul prolungamento della tratta Trento-Malè fino a Mattarello (con centro di interscambio presso il piazzale ex-Sit), e della funicolare verso Povo, permetteranno di risolvere gran parte dei problemi attuali, velocizzando le tratte e incentivando una mobilità meno incentrata sui veicoli privati.
«Dopo un primo parere negativo a causa di un bando incompleto - ha detto l’assessore - attendiamo il parere dell’Unione europea sul finanziamento».
Quali chances può avere il Ring? «Non è un momento in cui fare voli pindarici - ha aggiunto Gilmozzi - per il Nordus fino al nuovo ospedale servono 120-130 milioni, per la funicolare per Povo altri 27,5.
Occorre chiedere alla rendita garantita dall’incremento dei valori immobiliari, di partecipare al finanziamento di queste opere. Il Ring potrebbe avere spazio una volta realizzata la ferrovia delle Dolomiti, con il tratto Primolano-Feltre e la realizzazione del bypass ferroviario di Trento che libererebbe la tratta cittadina della Valsugana».