No a «tasse ridotte» per gli hotel religiosi Storica sentenza della Corte di Cassazione
Giro di vite della Cassazione sulle concessioni «facili» e immotivate di sconti fiscali per le strutture alberghiere - hotel o pensionati che siano - gestite da enti religiosi o no profit.
Queste strutture, avvertono i giudici, se vogliono godere di tassazione agevolata, devono offrire prezzi «significativamente ridotti» rispetto a quelli di mercato, altrimenti alterano il «regime di libera concorrenza» e usufruiscono di un beneficio che non gli spetta e che si tramuta in un «aiuto di Stato» a svantaggio degli imprenditori privati del settore alberghiero.
Così la Cassazione ha dato ragione all’Agenzia delle entrate contraria all’Ires ridotta per l'Istituto delle Rosine di Torino, grande «pensionato» nel centro del capoluogo piemontese e vicino all’ Università, come si legge anche sul sito della struttura aperta a un vasto pubblico e intitolata a «Rosa Govone».
Ad avviso della Suprema Corte, la commissione tributaria del Piemonte nel 2015 aveva sbagliato ad annullare l’avviso di accertamento, per la maggiore imposta Ires inviato dal fisco all’Istituto delle Rosine, sulla base della sola considerazione che si sarebbe trattato di «una struttura ricettiva che accoglie esclusivamente studentesse lavoratrici per brevi periodi di tempo con evidenti obiettivi sociali».
L’Agenzia delle entrate ha fatto ricorso in Cassazione sottolineando che la tassazione ridotta non può prescindere da una valutazione e ricognizione dell’attività «concretamente svolta» dalle tante strutture ricettive gestite direttamente da enti religiose o da cooperative come quella che dal 2013 manda avanti il bellissimo ‘ostellò delle Rosine.
«Analogamente a quanto affermato in materia di Ici - sottolinea la Cassazione - lo svolgimento di attività di assistenza o di altre attività equiparate, senza le modalità di una attività commerciale, costituisce il requisito oggettivo necessario ai fini dell’agevolazione e va accertato in concreto, con criteri di rigorosità, e, dunque, verificando le caratteristiche della clientela ospitata, della durata dell’apertura della struttura e, soprattutto, dell’importo delle rette, che deve essere significativamente ridotto rispetto ai prezzi di mercato, onde evitare una alterazione del regime di libera concorrenza e la trasformazione del beneficio in un aiuto di Stato».