Reddito delle famiglie Trento resta immobile
Le famiglie trentine nel 2015 hanno visto un incremento del reddito disponibile, cioè dei soldi che effettivamente restano in tasca. Ma Bolzano, che è in testa a livello nazionale, rimane ancora molto distante.
Non solo perché le risorse medie del 2015 rimaste a disposizione delle famiglie bolzanine è di 3.000 euro all’anno superiore, Ma anche per il fatto che a Trento non si è ancora ai livelli di reddito disponibile pre-crisi, mentre a Bolzano il risultato è stato già ampiamente raggiunto.
A fare il punto sul Benessere economico e sociale (Bes) delle regioni italiane è stato l’Istat che ieri ha pubblicato il rapporto Bes appunto.
BOLZANO PRIMA, TRENTO SESTA
Dalla più ricca, la provincia autonoma di Bolzano, alla più povera, la Calabria, ecco la mappa dei redditi pro capite riferiti alle famiglie consumatrici, dati dell’Istat alla mano. Dalla prima in classifica all’ultima la differenza supera i 10mila euro. Bolzano svetta con 23.658 euro, poi la Lombardia con 21.634 euro, l’Emilia Romagna con 21.509 euro, la Liguria 20.810 euro, poi Trento con 20.767 euro, la Valle d’Aosta con 20.049 euro, il Piemonte con 19.925 euro, il Friuli Venezia Giulia con 19.744 euro, la Toscana con 19.393 euro, il Veneto con 19.151 euro, il Lazio con 18.477 euro, le Marche con 18.046 euro, l’Umbria con 17.740 euro, l’Abruzzo con 15.908 euro, la Sardegna con 14.800 euro, il Molise con 14.133 euro, la Puglia con 13.352 euro, la Basilicata con 13.030 euro, la Sicilia con 12.838 euro, la Campania con 12.588 euro, la Calabria con 12.237 euro.
TRENTO, RECUPERO LENTO
Se si guarda all’andamento storico del reddito disponibile, si nota come Trento nel 2015 abbia migliorato il livello del reddito disponibile per le famiglie rispetto al 2014, ma non sia ancora riuscita a garantire l’uscita dai livelli precedenti alla crisi.
In particolare, nella nostra provincia nel 2008, primo anno della crisi (iniziata con il fallimento Lehman a settembre di quell’anno), il reddito disponibile pro capite era salito sul 2007, ultimo anno senza crisi, a quota 21.430 euro pro capite nelle famiglie consumatrici. L’anno scorso, secondo i dati dell’Istat, il reddito pro capite delle famiglie consumatrici è sceso a quota 20.767, in calo di circa il 3% in sette anni. La piccola soddisfazione riguarda il fatto che il 2015 ha fatto segnare un lieve incremento sul 2014, anche se di soli 47 euro medi annui pro capite.
SODDISFATTO IL 55% DEI TRENTINI
Il rapporto Bes si compone anche di una parte di indagine qualitativa per capire il grado di soddisfazione dei cittadini rispetto alla propria vita. In Trentino, in particolare, si dicono soddisfatti della propria vita nel 2016 il 55,5% dei cittadini, contro il 64,3% dei sudtirolesi. Se si guarda alla soddisfazione per il tempo libero, invece, la percentuale si alza e sale al 75,1% contro l’80,8% dei bolzanini, che svettano anche in questo rapporto.
Anche nei dati sul lavoro Trento, pur essendo posizionato molto meglio della media italiana, risulta essere dietro Bolzano, sia per tasso di attività e occupazione sia per disoccupazione.
LA REAZIONE DEL SINDACATO
«Il Trentino non è ancora nell’emergenza povertà anche grazie alle politiche sociali e di sostegno al reddito messi in atto in questi anni. E su questo bisogna investire ulteriormente». Lo afferma il segretario della Cgil del Trentino Franco Ianeselli.
«La risposta alle situazioni crescenti di vulnerabilità - aggiunge - passa dal welfare attivo, un insieme di misure che devono garantire a chi si trova in un momento di difficoltà, un adeguato sostegno al reddito ma anche incentivi per reinserimento attivo, favorendo in tutti i modi possibili la ricollocazione sul mercato del lavoro».
Di fronte agli eventi imprevisti che possono coinvolgere la salute di un familiare mettendo a rischio la tenuta di quei nuclei anche sul profilo economico, Ianeselli riafferma la necessità di investire sul welfare integrativo su base provinciale.
«Dobbiamo essere in grado di assicurare una copertura di fronte agli eventi gravi, come malattie che possono comportare la non autosufficienza. In tal senso Sanifonds trentino può essere un buon punto di partenza per ragionare in questa direzione».
Di fronte agli eventi imprevisti che possono coinvolgere la salute di un familiare mettendo a rischio la tenuta di quei nuclei anche sul profilo economico, Ianeselli riafferma la necessità di investire sul welfare integrativo su base provinciale.
«Dobbiamo essere in grado di assicurare una copertura di fronte agli eventi gravi, come malattie che possono comportare la non autosufficienza. In tal senso Sanifonds trentino può essere un buon punto di partenza per ragionare in questa direzione».