La sera di Natale cena per le persone sole A Levico gli studenti avranno 100 invitati
Una cena di Natale, questa sera, con un menù completo e professionale. E, fino a qui, non è una notizia. Ma possiamo aggiungere che la serata è rivolta a tutte quelle persone sole, che altrimenti avrebbero trascorso una giornata simbolicamente molto particolare in solitudine. E già così l'iniziativa assume i contorni di una notizia, anche se di idee simili ce ne sono e ce ne sono state già parecchie.
Ma non è ancora finita. E allora aggiungiamo che a preparare il pasto, a servirlo, ad addobbare la sala e a prendersi cura degli ospiti sarà un gruppo di studenti: già cinquanta, infatti, hanno aderito e «sacrificheranno», o meglio investiranno il loro 24 dicembre per le persone sole.
E così, converrete, la notizia diventa completa, bella e suggestiva.
L'iniziativa è dell'Istituto Alberghiero di Levico e del proprio dirigente Federico Samaden che, come spesso accade, cerca di andare oltre alla materia, al tema, all'esame, al voto o alla promozione.
«Ho voluto lanciare una provocazione: il 24 dicembre la scuola resterà aperta e organizzeremo una cena per le persone sole. Attenzione: non è una cena per i poveri, che ovviamente va benissimo, ma è una cena contro la solitudine, che ritengo essere un tema ancora più importante della povertà, perché è una condizione che la precede».
E se lanciare una provocazione può essere relativamente facile, raccoglierla diventa il nodo della questione. «Ebbene, cinquanta ragazzi hanno aderito: una cosa pazzesca secondo me. E poi ci saranno alcuni insegnanti e alcuni genitori. Anche io sarò in cucina e prepareremo per cento persone, ma se saranno di più ci stringeremo».
Samaden ci tiene a spiegare e approfondire le motivazioni di questa iniziativa, che non vuole essere una serata fine a se stessa.
«Diciamo che la campagna è per sensibilizzare i ragazzi al senso delle cose e al valore della vita: il mondo scolastico cerca di creare attenzione, si fanno mille progetti, ma spesso i risultati sono squilibrato rispetto all'energia che viene messa. Mi sono chiesto se il ruolo della scuola possa essere anche questo e credo proprio di sì, perché i percorsi che valorizzano la vita sono propedeutici all'apprendimento. Questa cena rappresenta un modo concreto per fare stare meno male le persone, ma è anche un antidoto all'anestesia sociale che i ragazzi vivono. Una lezione teorica o il classico "predicozzo" avrebbe avuto scarso effetto su di loro: toccare con mano grazie a un'azione simbolica è ben diverso».
L'adesione è andata oltre ogni più rosea previsione: un dato, però, che può avere una duplice chiave di lettura. «Da una parte siamo ovviamente contenti, dall'altra quel numero la dice lunga su quanti ragazzi sarebbero soli quel giorno. L'abbiamo detto a tutti: non venite se avete un impegno di festa con la famiglia, perché stare con i cari è un bene prezioso al quale va data la precedenza. Poi naturalmente alcuni festeggeranno il 25 o hanno voluto dare un segnale di solidarietà, ma l'adesione deve far riflettere, da qualunque prospettiva la si guardi».
La giornata della Vigilia verrà dedicata, al mattino, alla preparazione e agli addobbi.
Poi si inizierà a cucinare, grazie anche al contributo di alcune aziende (Eccher per la frutta e verdura, Trote Astro, Morelli e Lotto). E, se altre aziende daranno una mano, ci sarà anche un piccolo regalo per ogni ospite. La supervisione è affidata al Comune di Levico, che attiverà la propria rete sociale, grazie al vicesindaco Laura Fraizingher. Proprio al Comune ci si può rivolgere per prenotare un posto, che sarebbe utile per l'organizzazione da parte dell'Istituto.
«Noi siamo una scuola pubblica, quindi i beni sono di tutti, pagati dalla collettività. E a Levico abbiamo le cucine, le attrezzature e le competenze da sfruttare. Perché tenere tutto questo patrimonio chiuso il 24 dicembre? Il menù breve trota affumicata come antipasto, un primo con crema di lenticchie e cotechino, poi gulasch e polenta e patate e infine mela in camicia con salsa alla vaniglia. E l'ambiente sarà il più bello possibile, perché i ragazzi e gli ospiti hanno bisogno di bellezza».