Verdure care e ghiacciate Col freddo produzioni ko
Sembra non esserci pace dal punto di vista meteorologico per le zone del centro-sud Italia. Una situazione difficile alla quale si sta cercando in tutti i modi di porre rimedio. Un problema tuttavia tanto sociale quanto economico, dato che gli effetti delle temperature glaciali si stanno ripercuotendo su tutta la penisola e, di conseguenza, anche sul nostro territorio. La quantità di frutta e verdura proveniente dalle regioni meridionali è infatti apporto fondamentale per le attività commerciali trentine del settore.
Queste ultime, viste le difficoltà, si trovano dunque costrette ad aumentare i prezzi, anche perché spesso sono gli stessi commercianti a doversi confrontare con le cifre elevate richieste da altre aziende per prodotti che, al momento, sono difficili da reperire. «Il freddo e la neve ci stanno sicuramente penalizzando - afferma Renzo Mosna, titolare dell'attività in piazza Vittoria. - I prodotti che arrivano sono spesso ghiacciati ed in poche quantità. Parliamo di zucchine, finocchi o spinaci, che ora purtroppo costano veramente tanto. Ad esempio, le zucchine italiane costavano 1.80 euro al chilo, ora invece costano 5.50 euro. Di conseguenza anche le vendite sono calate, al momento solo i carciofi sono rimasti abbastanza invariati. Il mercato è fermo, parliamo di perdite del 60-70%».
Anche Stefano Demattè, proprietario del negozio di frutta e verdura in piazza Duomo, conferma sconsolato quanto hanno ammesso altri colleghi:«Purtroppo in questo periodo il maltempo ha agito negativamente. I prodotti pugliesi, abruzzesi o siciliani contribuiscono in modo determinante al nostro mercato, ma le gelate hanno rovinato la produzione. A pagare le conseguenze sono i consumatori finali, che si ritrovano a pagare prezzi due volte oltre la media. Si salvano prodotti come i radicchi, carote o patate, ma melanzane, zucchine, peperoni e pomodori sono state le vere «vittime». Mi auguro che in 15-20 giorni rientrino alcuni pericoli, ad esempio in Sicilia stanno già sistemando delle serre e questo porterà ad una diminuzione dei costi per i clienti».
Le opinioni tra i rivenditori sono più o meno sempre le stesse. Dario Merz, proprietario del negozio in via Mazzini, ha raccontato come, ad esempio, in una cassa di 10 chili di finocchi si rischia di scartarne addirittura la metà, andando a raddoppiare il prezzo sulla quantità rimasta per poter ricavare effettivamente qualcosa dalla vendita. «Abbiamo prodotti che vengono da Latina, dove fino a settimana scorsa la temperatura era di - 8 gradi - afferma Merz. - La clientela sta quindi attenta, vendere zucchine ad 8 euro al chilo rispetto ai soliti 4 euro chiaramente non aiuta né noi né loro. Alcuni commercianti provano altri prodotti, ma con questo clima che si lavori in serra o fuori la produzione è sostanzialmente ferma».
Ma c'è anche chi, come Francesco Bruscato, che vende in piazza Erbe frutta e verdura provenienti da un'azienda agricola siciliana, sostiene che il meteo abbia poca influenza:«Ci troviamo in una condizione di prezzi alti perché gli intermediari che si pongono tra il consumatore finale e gli agricoltori, pagano poco questi ultimi svalutando i prodotti, e lo offrono poi a prezzi più alti ai commercianti. Chi come me vende prodotti propri non ha problemi, ma se ci guardiamo intorno vediamo delle cifre davvero folli».
Le rendite dalla terra sono dunque veramente basse. Come sottolinea anche Giuliano Colantuono, della ditta «Nardon e Valentina» di Terracina, in provincia di Latina:«Fuori serra produciamo solo il 10% di quanto realmente potremmo fare ed invece che riempire 20 casse ogni due giorni di zucchine ne riempiano si e no due. La nostra azienda agricola ha grandi difficoltà, abbiamo piantato del sedano che ora è completamente gelato. Avevamo contratti con delle aziende che purtroppo sono saltati, le perdite in termini economici per noi sono state altissime. Tuttavia non abbiamo aumentato di tanto i prezzi, perché vogliamo offrire sempre la massima qualità, anche con prodotti diversi dai nostri, e soprattutto non vogliamo perdere i clienti in un momento cosi delicato».
In conclusione, se le attività commerciali per le vie del centro confermano una situazione di stallo nel mercato ed una difficoltà complessiva nel reperire prodotti, la stessa situazione la stanno vivendo i supermercati. «Avendo come principale fonte di approvvigionamento il mercato italiano anche noi risentiamo di questa situazione penalizzante - conferma Mauro Poli. - Alcune serre sono crollate, i trasporti sono molto difficili ed i prodotti scarseggiano. Avere approvvigionamenti costanti è complicato, alcuni nostri prodotti delle volte sono mancati ed infatti ci siamo scusati con la clientela. Aumento dei prezzi? È normale, il meccanismo di domanda-offerta porta purtroppo al loro incremento, ma ci auguriamo che sia una situazione momentanea e che tutti torni presto alla normalità».