Minacce al marito con foto di armi
Lui, lei e l’amante. Il più classico dei triangoli si ripropone anche in tribunale in un procedimento penale che vede il nuovo compagno della donna accusato di minacce. Quest’ultimo avrebbe invitato il marito a non interferire nel rapporto e per essere più convincente avrebbe inviato via sms anche le foto di due coltelli e una pistola accompagnati da frasi minacciose. Il marito però non si è fatto intimidire e ha sporto querela.
Il fatto risale al marzo dell’anno scorso. Il marito evidentemente non si era rassegnato alla conclusione del rapporto con la moglie. Sin qui siamo nei confini di una normale, e dolorosa, crisi coniugale.
Secondo l’accusa, ad alzare i toni sarebbe stato il nuovo compagno della donna. Questi, si legge sul capo di imputazione, «con alcune telefonate e messaggi minacciava gravemente di un male ingiusto (omissis) con la cui moglie aveva una relazione affettiva».
Verso la fine di marzo 2016 l’imputato avrebbe minacciato il marito dicendo: «Lasciaci in pace, stai attento a farti vedere in giro altrimenti di mando il...». Segue il nome di una persona evidentemente nota per i suoi metodi poco amichevoli.
Come fonte di prova a carico dell’imputato ci sono anche due sms inviati dal nuovo compagno al marito. Colpiscono soprattutto le foto di armi allegate: due coltelli e una pistola.
I toni si fanno pesanti. Le frasi incriminate sono in particolare due, in dialetto trentino ma comprensibili da chiunque: «Ocio brut bastardo fa la pianzer ancora vegno a torte, finisela son al limite. E ancora: Ocio che su nel bosc ghe ne post anca per ti».
Il processo in Tribunale a Trento è stato rinviato per esplorare la possibilità di una remissione di querela che chiuderebbe il processo con una sentenza di non luogo a procedere. L’imputato è difeso dall’avvocato Claudio Tasin. Il marito è costituito parte civile.