Ricarica gratis la carta prepagata denunciato truffatore
Con il suo aspetto curato e rassicurante, un linguaggio spigliato ed un tesserino di riconoscimento fasullo che lo identificava come tecnico di laboratorio, non è stato difficile far cadere nella sua rete le vittime. Il truffatore, un 45enne pugliese, è accusato di aver messo a segno, tra gennaio e febbraio, una serie di raggiri in danno di commercianti della Val di Non. Lo scaltro individuo - che per un periodo ha anche soggiornato a sbafo presso una struttura alberghiera della zona non saldando un conto di 350 euro - ha preso di mira diverse tabaccherie, presso le quali, con una modo di fare ben collaudato, ha effettuato numerose ricariche della propria carta Postepay senza corrispondere il dovuto.
Questa la tecnica: chiedeva il servizio con modi affabili, tirando fuori il portafoglio per riscontrare, con finto stupore, l’assenza di contanti. Seguivano poi scuse e la richiesta dell’ubicazione del più vicino bancomat. Prima di lasciare l’esercizio, per rassicurare il commerciante della sua serietà e che avrebbe onorato tempestivamente l’impegno preso, riferiva di lavorare presso l’ospedale di Cles. Per dimostrare ciò estraeva una tessera che lo qualificava come operatore sanitario e la esibiva alla vittima del suo raggiro. Poi spariva. In questo modo M.A., queste le iniziali del soggetto, nel giro di una decina di giorni, ha raggranellato circa ottocento euro.
I carabinieri della stazione di Cles, che hanno raccolto la prima denuncia del fatto e condotto le indagini di concerto con la vicina stazione di Predaia, nella cui zona il malfattore ha poi messo a segno una serie di altri colpi, sono arrivati a lui esaminando le riprese del sistema di videosorveglianza cittadino. Hanno così individuato, tra le auto sospette, una Mini Cooper associabile al suddetto pugliese, persona dimorante in Valsugana, già altre volte denunciata per condotte truffaldine. Tutte le vittime hanno riconosciuto nella foto dell’uomo il volto dell’impostore che è stato così denunciato alla Procura di Trento per insolvenza fraudolenta, reato commesso in maniera continuata. Alla questura è stato intanto chiesta l’adozione del provvedimento di prevenzione del foglio di via obbligatorio dai centri della val di Non, dove le condotte illecite sono state poste in essere.
Qualche giorno fa, a Cles, il truffatore è stato riconosciuto da uno dei carabinieri che aveva condotto le indagini. Il militare, libero dal servizio, lo ha discretamente seguito e, col supporto di colleghi in servizio di pattuglia, lo ha fermato e condotto in caserma per una formale contestazione delle accuse. In tasca, naturalmente, aveva la finta tessera di operatore sanitario, che gli è stata sequestrata.