Per Michele Marchi, «angelo della neve» la medaglia di Coni e Ministero
Una medaglia, ma soprattutto un grazie. Tra i tredici «angeli della neve», come li ha definiti l'amministrazione di Teramo, o «angeli con i caschi», come li ha chiamati il Coni, c'era anche un trentino. Michele Marchi, di Albiano, ha ricevuto giovedì a Roma il prestigioso riconoscimento direttamente dalle mani del ministro allo sport Luca Lotti e del presidente del Coni Giovanni Malagò. Marchi lo scorso gennaio aveva preso parte alla missione di soccorso dopo il sisma nel centro Italia in una situazione resa drammatica anche dalla presenza di metri di neve. Il gruppo di soccorritori affrontò l'emergenza in sella alla propria motoslitta, di fatto l'unico mezzo in grado di poter affrontare quelle montagne e raggiungere i paesi distrutti per verificare la presenza di feriti.
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«La nostra passione, per una volta, è stata apprezzata da tutti: in quella situazione guidare la motoslitta è molto diverso e molto difficile, ma veramente utile. Per questo le amministrazioni dovrebbero essere più tolleranti nei confronti della nostra disciplina. Siamo andati sui luoghi del terremoto non per farci pubblicità ma per aiutare e dare una mano, dimostrando così che i nostri mezzi non sono sinonimo di danni e pericolo», spiega Marchi. La mattinata a Roma si è svolta nel Salone d'Onore, alla presenza, di molte autorità civili e militari e del presidente della Fmi Giovanni Copioli. «Ci hanno ringraziato e hanno raccontato cosa abbiamo fatto, grazie a un video con le foto della missione. Poi siamo saliti sul palco uno alla volta per ricevere la medaglia: è stato senza dubbio un momento emozionante».
Il Ministro Lotti ha ricordato che «non si tratta di una medaglia sportiva, ma un premio umano alla solidarietà di una federazione, di donne e uomini che si sono impegnati per aiutare gli altri. Voi rappresentate lo Stato». A ringraziare Marchi e gli altri ragazzi anche il vicesindaco di Montorio al Vomano Andrea Guizzetti: «Eravamo disperati e quei ragazzi con le loro motoslitte ci hanno ridato speranza: da volontari hanno fatto un lavoro eccezionale, portando carburante, cibo e medicine sfidando veri e propri muri di neve. Sono la parte bella dell'Italia, li ringrazierò per sempre con tutto il cuore».
E il grazie è anche della Val di Cembra: