Accoltellò la vicina di casa Condanna a 6 anni e 8 mesi
Colpì a coltellate, senza ragione, la vicina di casa, salvo poi chiedere «scusa, scusa, scusa». Ma questo non è bastato al cittadino romeno Cristian Dogariu ad evitare una condanna per tentato omicidio. La pena inflitta ieri dal gup Marco La Ganga, pur con lo sconto di un terzo per il rito abbreviato, è stata di 6 anni e 8 mesi di reclusione.
La vicenda aveva dei tratti inquietanti proprio per l’assenza di movente in un’aggressione consumata “a freddo”. Quanto accaduto alla vittima, un’impiegata 37enne di Trento residente nello stesso stabile di via Mor, poteva succedere a chiunque: vai dal vicino di casa per fargli un piacere e questo ti prende a coltellate. Questo, di fatto, è quanto accadde il 26 settembre 2016 in Cristo Re. Dogariu chiese aiuto alla sua vicina di casa, persona che conosceva da anni e di cui aveva già avuto modo di apprezzare la generosità.
Quella sera Dogariu non riusciva ad attivare una schedina per navigare su internet. Finita la stagione estiva, voleva cercare in rete un nuovo lavoro come cameriere. Ancora una volta la vicina, benché fosse in compagnia del suo fidanzato, accettò di risolvere il problema.
Non appena la donna si sedette davanti al computer di Dogariu questi si allontanò, prese un coltellaccio dall’angolo cucina e, “a freddo”, inferse due colpi alla schiena della donna.
Cadendo la vittima si girò e vide il suo vicino di casa pronto a colpirla di nuovo. Dogariu vibrò altre due coltellate poco sotto la spalla sinistra, un’ultimo affondo venne parato dalla donna con l’avambraccio. Poi quest’ultima riuscì ad afferrare con una mano la lama e, pur tagliandosi sul palmo, riuscì a strappare il coltello all’aggressore e a fuggire.
Per il pm Alessia Silvi c’erano tutti gli elementi per configurare il reato di tentato omicidio. Una consulenza affidata al medico legale Vito Cirielli aveva concluso che le lesioni erano, vista l’arma, potenzialmente letali; inoltre la dinamica con aggressione da tergo e ferite da autodifesa confermerebbe la volontà omicida dell’aggressore.
Per la difesa la strada era in salita: l’avvocato Antonio Caimi, sulla base di un’altra consulenza medico-legale, puntava alla derubricazione del reato in lesioni aggravate. Secondo il legale, se Dogariu avesse davvero voluto uccidere, sarebbe bastato che affondasse le coltellate. Inoltre la difesa ha cercato di dimostrare, planimetrie del monolocale alla mano, che fu lo stesso imputato a lasciar andare la vicina. Questo per l’avvocato Caimi confermerebbe l’assenza di volontà omicida.
Nel procedimento era costituita parte civile con l’avvocato Giovanni Rambaldi anche la vittima dell’aggressione. L’imputato ha ricevuto in prestito 5.000 euro con cui ha offerto un primo risarcimento alla sua ex vicina di casa. Gesto che gli è valso la concessione delle attenuanti generiche. La pena finale, tuttavia, è stata comunque al di sopra dei 5 anni chiesti dal pm.
I vicini di casa residenti nella stessa palazzina di via Mor in passato avevano espresso preoccupazione per il possibile ritorno a casa di Dogariu. Per ora non hanno di che temere: il giudice ha respinto l’ipotesi di arresti domiciliari con possibilità per l’imputato di lavorare presso un’associazione. Almeno per ora Dogariu resta in cella.