Il Papa: chiamare «madre» una bomba è una vergogna
«Mi sono vergognato del nome di una bomba, l'hanno chiamata "la madre di tutte le bombe", ma guarda, la mamma dà la vita e questa dà la morte, e diciamo "mamma" a quell'apparecchio, che cosa sta succedendo?». Non ha usato giri di parole Papa Francesco per ritornare a criticare quella «terza guerra mondiale», di cui lui stesso ha parlato per primo, in occasione dell'incontro in Vaticano con migliaia di ragazzi delle «Scuole della pace».
Il riferimento di Bergoglio è alla «Moab», la devastante bomba statunitense Gbu-43/B sganciata il 13 aprile sulla roccaforte dell'Isis nella provincia di Nangarhar, in Afghanistan, un ordigno la cui potenza è seconda soltanto alla bomba atomica e che ha prodotto un grande fungo nero e che, secondo le autorità locali, ha provocato la morte di oltre 80 persone andando a far saltare una serie di tunnel sotterranei di una miniera utilizzata come nascondiglio e base operativa dai militanti islamici.
«Quello che hai detto è vero - ha detto rispondendo ad una domanda di ragazzi presenti - siamo in guerra, queste cose succedono, ma ci sono anche tante cose buone, nascoste, gente che spende la sua vita a servizio degli altri».
Il riferimento alla superbomba americana può essere letto anche in previsione del primo incontro che Papa Francesco avrà con il neopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump, previsto in Vaticano il prossimo 24 maggio, prima del G7 di Taormina. In quella occasione ci sarà sicuramente la possibilità di parlare della situazione mondiale, che vede il Papa e Trump su posizioni dove maggiore è la loro distanza, in particolare proprio sul tema della corsa agli armamenti.