Marina Rei a Trento Concerto benefico
Si lega al filo della della solidarietà il concerto che avarà come protagonista Marina Rei domani sera al Teatro San Marco (ore 21) .
Parte del ricavato sarà infatti devoluta per sostenere i progetti di aiuto alle bimbe di Casa Mihiri, la cui onlus Amici di Casa Mihiri propone l’evento insieme a «Il ruscello» e «Il teatro delle quisquilie».
Marina Rei, come ci racconta in questa intervista, proporrà il suo Unplugged Tour 2017, alternandosi tra chitarra, batteria e pianoforte con l’interpretazione dei suoi brani in una veste insolita, accompagnata dal violoncellista Mattia Boschi.
Marina Rei, come mai per questo tour ha scelto la forma unplugged?
«È una forma che non avevo mai vestito né conosciuto fino in fondo. Ero affascinata dall’idea di poter mettere in atto quella che considero come l’ennesima sfida con me stessa. Anni fa c’era stato il tour “L’Acustico in 7” in cui suonavo sul palco con percussioni, piano e un quartetto d’archi. Questa volta il discorso è diverso e secondo me molto più audace».
Come ha vestito allora le sue canzoni insieme al violoncellista Mattia Boschi?
«Ci abbiamo lavorato parecchio. Volevo che le canzoni fossero accompagnate e mai sovraccaricate, volevo che la voce fosse protagonista per creare momenti di assoluta attenzione. Mi piaceva l’idea di mettere in gioco l’essere performer e musicista, approcciando ai vari strumenti a modo mio. Un approccio sicuramente più batteristico, pur suonando chitarra e pianoforte».
Nel live di Trento ci saranno anche degli omaggi ad altri artisti?
«Ci sarà “Annarella”, un brano dei Cccp, così come è stata ideata nel mio disco “Pareidolia”. Inoltre “Why can’t we live togheter” di Timmy Thomas, uno dei primi brani con cui approcciai alla musica per Progetto Tribale su etichetta Umm molto tempo prima di pubblicare dischi in italiano».
Nel suo percorso musicale ha sempre fatto scelte coraggiose oltre la dimensione commerciale e i meccanismi discografici. C’è qualcosa di cui si pente o che magari cambierebbe?
«Guardare indietro e pentirsi di qualcosa non è mai costruttivo. Imparare a correggere è significativo per costruire e migliorare».
La soddisfazione più bella?
«Ne ho più di una in verità. La prima grande è il premio della critica “Mia Martini” con “Al di là di questi anni”, vinto a Sanremo nel 1996».
Cosa ascolta in questo periodo Marina Rei?
«Ascolto tanta musica elettronica nelle sue più diverse sfumature».
Come vive la dimensione dei social media?
«Cerco di essere presente come posso. Non sono esattamente una ragazza social né troppo tecnologica. Ma sto imparando. L’importante è che non se ne faccia una malattia o un’ossessione, cosa che invece ho notato essere diventata per molti».
Sta pensando ad un nuovo album magari per questo 2017?
«In realtà ho in testa un nuovo disco da molto tempo. Ma non voglio pubblicare nulla finché non sarò convinta fino in fondo di quello che ho. Voglio essere onesta con me stessa e con chi mi segue da sempre».