Italia, più controlli nei luoghi affollati dopo l'attentato a Manchester
«L’attenzione rimane altissima, ma il livello della minaccia non cambia per l’Italia».
La nota al termine della riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo al Viminale fotografa lo stato di preoccupazione di investigatori e 007 senza cedere all’allarmismo. L’Italia è infatti da tempo a rischio - come altri Paesi europei - e le misure di sicurezza sono già spinte al massimo livello, l’allerta 2, dopo il quale c’è solo l’attacco in corso. La strage al concerto di Manchester ha tuttavia imposto un ulteriore rafforzamento della vigilanza «verso i luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone».
Come sempre in questi casi, si temono atti emulativi. Una direttiva è partita verso prefetti e questori: con l’estate alle porte si dovranno rimodulare i servizi previsti per feste, concerti, raduni ed altri luoghi affollati. E disporre misure di difesa passiva, operazioni di filtraggio e controlli accurati.
Tante le date da cerchietto rosso, dalla parata del 2 giugno ai concerti delle grandi star come Vasco Rossi l’1 luglio a Modena.
Alla riunione al Viminale, presieduta dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, hanno partecipato i vertici di intelligence e forze di polizia, che hanno fatto «un’attenta e approfondita analisi dello scenario internazionale». Presente anche il rappresentante della sicurezza del Regno Unito a Roma, che ha fornito le prime notizie sull’attentato di Manchester.
Assicurato lo scambio di informazioni tra i due Paesi ed ogni possibile aiuto per le indagini. Sono giorni di super-lavoro per gli apparati di sicurezza: oggi la visita del presidente Usa Donald Trump a Roma, sabato e domenica prossimi il G7 a Taormina, giovedì scorso l’assalto del ventenne tunisino Ismail Tommaso Hosni alla stazione di Milano. L’allarme è alto, pur in assenza di indicazioni specifiche di minacce. Nuovi attentati in Europa erano stati previsti dagli 007 e l’Italia non è immune da rischi, pur avendo al suo interno minori presenze di islamisti radicali rispetto a Paesi come Inghilterra, Francia o Belgio.
L’incubo è quello dei lupi solitari «radicalizzati in casa», soggetti che si auto-indottrinano sul web e poi passano imprevedibilmente all’azione: quello che è accaduto con Hosni a Milano. Proprio la sempre maggiore imprevedibilità del modus operandi del terroristi - da quelli ‘fai da tè alle cellule più strutturate - è stata più volte sottolineata da Minniti. Dalla programmazione all’azione passa sempre meno tempo e diminuisce la possibilità di prevenire. L’indicazione è dunque quella di cogliere subito i sintomi di radicalizzazione, col monitoraggio dei profili social, ed intervenire anche con le espulsioni: ne sono state già fatte ben 42 quest’anno. Sorvegliate speciali le carceri, con quasi 400 detenuti islamici “attenzionat”.
Anche i possibili obiettivi sono tanti: si va dalle classiche sedi istituzionali o ai luoghi di culto cattolici ai ‘soft target’ come appunto un concerto, una partita di calcio, una festa patronale o un lungomare pieno di gente. E per fare danni, come si è visto in passato, non sono necessari ordigni o armi da fuoco: bastano un coltello o un camion lanciato in mezzo alla folla. Per questo l’indicazione arrivata oggi dal Viminale è stata quella di rafforzare le misure di sicurezza a protezione dei siti ritenuti più a rischio, ma anche dei luoghi che richiamano folle, che d’estate sono tantissimi e non facili da presidiare. Le prefetture dovranno valutare attentamente se ci sono le condizioni di sicurezza per gli eventi potenzialmente a rischio ed organizzare mirati dispositivi di controllo.