«La scuola trentina in mano ai partiti»
«Nel silenzio complice dei partiti che in questi anni si sono succeduti al governo provinciale, la scuola trentina – e segnatamente la formazione professionale – è stata inserita in un sistema affidato alla gestione sempre più marcata delle strutture private, molte di natura confessionale e dirette spesso da politici o ex politici. A questi enti privati la Provincia riconosce la copertura del 100% dei costi (gli stanziamenti per il triennio in corso sfiorano i 150 milioni di euro) e fornisce gratuitamente laboratori, uffici, impianti e attrezzature: tutto questo per affidamento diretto, cioè senza concorso, e senza alcun controllo sulla qualità dell’insegnamento, sul sistema di assunzioni e sulla tutela degli insegnanti».
Lo dichiara il deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Fraccaro, annunciando la presentazione di ben due atti di sindacato ispettivo «per fare chiarezza sul sistema scolastico trentino».
LA PRIVATIZZAZIONE
«Negli anni – spiega Fraccaro – la scuola trentina ha subìto un radicale processo di privatizzazione, evidente in particolar modo nella formazione professionale, un tempo fiore all’occhiello dell’istruzione pubblica locale e ora in balìa di una gestione arbitraria e discrezionale per quanto riguarda assunzioni, affidamenti, valutazioni, piani di studio, spostamenti di dirigenti, gestione delle risorse (ad esempio quelle per l’alternanza scuola/lavoro, nel resto d’Italia affidati alle scuole, in Trentino filtrate dalla Provincia). L’elenco è lungo e testimonia un’usurpazione di competenze da parte dei partiti che governano la Provincia, con la complicità dei governi nazionali».
IL POTERE
Quella di Fraccaro è una critica diretta alla gestione provinciale della scuola: «Per Rossi e la sua giunta la scuola trentina è un’appendice funzionale al loro sistema di potere: la gestione degli istituti di formazione professionale, utilizzati come avamposti per piazzare soggetti "graditi" al centrosinistra, e il protocollo sul trilinguismo sono gli esempi più evidenti della personalizzazione esasperata che la Provincia sta imponendo alla scuola locale. Questa prassi ha snaturato profondamente l’istituzione scolastica, obbligandola ad adottare strumenti e modelli tipicamente aziendali, senza però produrre risultati apprezzabili nella qualità dell’insegnamento».
IL SISTEMA
Il deputato di Cinque Stelle parla di sistema partitico e privatistico: «Al contrario, il sistema che Rossi sta introducendo in Trentino è un sistema iniquo, che penalizza il corpo insegnante e gli studenti, penalizza la cultura, produce un livellamento verso il basso e crea enormi danni al sistema scolastico provinciale, per questo ho presentato due interrogazioni al Ministro dell’istruzione. È necessario invertire rapidamente la rotta, evitando quella che pare a tutti gli effetti una gestione partitocratica e privatistica e salvaguardando l’autonomia della scuola da questa prepotente invasione di campo».