Aluna: laurea in Scozia e dottorato a Londra
Ventitré anni, una laurea nel cassetto, uno scaffale già pieno di premi e riconoscimenti e la voglia di non fermarsi, anzi di continuare ad approfondire e migliorare. Uno studente modello, ma non un classico «secchione», quanto un ragazzo che sa quello che vuole e, con intraprendenza, cerca il meglio.
Lui è Aluna Rizzoli, un giovane trentino che, partito dal Galilei, ha proseguito il proprio percorso di studi nel Regno Unito: prima la laurea all’università di Saint Andrews, in Scozia, e ora, dopo un’estate di meritato riposo, l’inizio del dottorato presso il prestigioso Imperial College di Londra.
Ma procediamo con ordine, per tappe. E prima di tutto con una curiosità: Aluna? Che nome è?
«Effettivamente me lo chiedono in molti e non credo ci siano tante persone al mondo con questo nome: io sono nato in Colombia, a Bogotà. I miei nel 1994 erano lì, mio padre insegnava in una scuola italiana. Il nome fa parte della cultura precolombiana. In Sudamerica però ci sono vissuto meno di un anno: Bogotà negli anni Novanta non era propriamente il luogo più sicuro del mondo. Quindi siamo andati in Australia, per tre anni. E poi a Trento: a parte il nome e il luogo di nascita sono e siamo trentini».
Aluna frequenta il Galilei e in quegli anni nasce una grande passione per la matematica.
«La mia materia preferita. Ho partecipato a varie Olimpiadi e, il quarto anno, anche a quelle internazionali della matematica. Sono stato a Mar del Plata, in Argentina, ma non ho «difeso» i colori italiani: mi sono qualificato il quarto anno e stavo facendo un’esperienza all’estero, in Danimarca. Le regole della competizione erano ferree e così sono potuto andare ma a patto ci rappresentare la scuola in cui mi trovavo, ovvero quella danese».
Dopo la maturità l’obiettivo è naturalmente proseguire con gli studi: la matematica, ma dove studiarla? Perché la Scozia?
«Avevo in ballo alcune ipotesi, tra cui la Normale a Pisa: ma alla Saint Andrews hanno accettato la mia domanda prima dei test in altre facoltà così ho colto l’opportunità al volo. L’università era prestigiosa, non si pagavano le tasse e la Scozia mi attirava, anche se l’innamoramento vero e proprio è arrivato dopo, vivendoci. Lassù, sulla costa orientale scozzese, si trovano praticamente solo studenti e golfisti: l’università e i campi da golf, infatti, sono le due cose più importanti. Inoltre gli studenti arrivano da ogni angolo del mondo, il 50% non è inglese, quindi è facile e bello conoscere tante persone. Inoltre durante questi anni sono riuscito a ricevere parecchi premi e riconoscimenti: il Matematica.Sanderson Prize come miglior studente dell’anno, l’Arthur Hinton Read Memorial Prize come studente che si è maggiormente distinto in “matematica pura” negli esami” e il Miller Price come studente che si è maggiormente distinto durante l’intera carriera universitaria. Poi, anche se non è un premio, sono riuscito a pubblicare un paper sullo European Journal of Physics, a due autori, sull’insegnamento della crittografia quantistica».
Quattro anni di studi e poi, a fine giugno, la laurea. O meglio la cerimonia di laurea.
«Sono venuti i miei genitori e le mie sorelle: la più grande, Tessa, studia giapponese a Cambridge, è al primo anno, mentre Asia è in terza superiore. Entrambe hanno frequentato il linguistico allo Scholl, dove tra l’altro insegna mia mamma. Direi che in famiglia spaziamo parecchio: mio papà insegna italiano, mia mamma inglese, io amo la matematica, Tessa gli studi orientali, e Asia deciderà a breve. La cerimonia è molto suggestiva: ci sono i discorsi in latino poi ti chiamano, appoggiano il cosiddetto “berrettum”, in realtà un pezzo di stoffa, sul tuo capo e con la formula “et super te” diventi laureato».
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Non ci sono, però, solo lo studio e la matematica.
«La musica e la lettura sono le mie grandi passioni. Mi piace suonare la chitarra, in particolare il blues. Gli idoli? Per la parte più rock ovviamente Jimi Hendrix, per quella più tradizionale B.B.King. Poi leggo molto, soprattutto i classici, e mi piace anche giocare a scacchi».
Dopo un’estate di relax tra un paio di mese tornerà nel Regno Unito, solo un po’ più a sud.
«Ho vinto una borsa di studio a Londra all’Imperial College in matematica pura per un dottorato che durerà tre anni. Poi? Si vedrà: per ora non sento il richiamo di Trento, nell’immediato non mi vedo in Trentino. Cercherò di capire se c’è spazio nella ricerca restando in ambito universitario, magari in campo informatico, dove la matematica ha molte applicazioni. La Brexit? In realtà durante i colloqui all’Imperial ho chiesto se ci fossero problemi di qualche tipo, ma hanno risposto che fino a ordini contrari loro andranno avanti come sempre, portando studenti e lavoratori da tutto il mondo. Per ora, quindi, non mi preoccupo».
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