Sentenza della Consulta su casi trentini Cambio di sesso, chirurgia non necessaria
La Corte costituzionale interviene sulla questione del cambiamento del sesso precisando che esso va collocato fuori dall’aspetto medicalizzante ed ancorato alla tutela dell’identità della persona.
La sentenza depositata ieri dalla Consulta risponde a quesiti posti dal Tribunale di Trento in riferimento a due casi seguiti dall’avvocato trentino Alexander Schuster.
Nel confermare che l’intervento chirurgico non è condizione necessaria, la Corte costituzionale - sottolinea l’avv. Schuster - esclude che «il solo elemento volontaristico possa rivestire prioritario o esclusivo rilievo ai fini dell’accertamento della transizione».
La Corte usa termini rispettosi della dignità della persona - aggiunge il legale - quando parla di «accertamento rigoroso non solo della serietà e univocità dell'intento, ma anche dell’intervenuta oggettiva transizione dell'identità di genere, emersa nel percorso seguito dalla persona interessata», precisando che al giudice «spetta il compito di accertare la natura e l’entità delle intervenute modificazioni dei caratteri sessuali, che concorrono a determinare l’identità personale e di genere».
L’avvocato Schuster osserva che «questa importante sentenza evita di indulgere nella persistente prassi di molti tribunali di considerare l’accertamento come l’accertamento di una patologia. Finalmente la Corte abbraccia un discorso più ampio, capace di restituire alle persone trans una dignità. Ciò che conta per la Corte è il percorso specifico alle "insopprimibili peculiarità di ciascun individuo" e i caratteri sessuali rilevanti non sono più solo quelli primari e secondari, ma tutti quelli che che concorrono a determinare l’identità personale e di genere, in primis - quindi - anche quelli psicologici e comportamentali».