Glucosio nel gelato: la multa è salata
Mai gelato poteva essere più amaro. E la colpa è tutta dello zucchero. I titolari di una gelateria dovranno infatti pagare un conto salato per avere proposto alla clientela un gelato «senza lattosio e senza zucchero» - questo indicava il cartello esposto - quando invece conteneva sciroppo di glucosio, uno degli ingredienti più utilizzati dall'industria alimentare come sostituto dello zucchero.
I carabinieri del Nas di Trento, il Nucleo antisofisticazioni e sanità dell'Arma, hanno elevato una sanzione di 6000 euro al responsabile di un'attività in val di Non per la pubblicità «ingannevole» fatta alla clientela. Ma i controlli dei militari, che si occupano di tutela della salute dei consumatori, hanno messo nei guai anche un ristoratore della Rendena, che riempiva le bottiglie con acqua del rubinetto - questa almeno è l'accusa - e poi la spacciava (e dunque la faceva pagare) come acqua minerale naturale. Per lui è scattata una denuncia per frode in commercio.
Ma partiamo dalla gelateria multata in val di Non. In questo caso a fare scattare la verifica dei militari è stata la segnalazione ricevuta da una cliente, che si era recata con il marito in gelateria.
Alle ispezioni fatte di iniziativa e ai controlli a campione, infatti, i militari del Nas uniscono anche quella di verifica di possibili irregolarità evidenziate proprio dai cittadini. Al banco dei gelati - prodotti però da un'altra ditta - era affisso un cartello che indicava la possibilità di consumare gusti realizzati senza lattosio e senza zucchero. Una scelta particolarmente apprezzata da chi soffre di allergie o deve stare attento al consumo di zucchero, come i diabetici. Un'opzione per la quale veniva peraltro applicato un incremento di 20 centesimi. La scelta di un cliente diabetico - patologia caratterizzata da un aumento del livello di zucchero nel sangue (iperglicemia) - è ricaduta proprio su quel gelato. Prima di procedere all'ordinazione, però, la moglie dell'uomo avrebbe chiesto garanzia sull'assenza di zuccheri. A quel punto, elenco degli ingredienti alla mano, è emerso che c'era anche lo sciroppo di glucosio.
Particolare confermato anche dalla verifica del Nas, che dunque ha sanzionato la gelateria per pubblicità «ingannevole», ovvero per violazione dell'articolo 2 della legge 109 del 1992. La norma prevede che «la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari non devono indurre in errore l'acquirente sulle caratteristiche del prodotto» e precisamente «sulla natura, sulla identità, sulla qualità, sulla composizione, sulla quantità, sulla durabilità, sul luogo di origine o di provenienza, sul modo di ottenimento o di fabbricazione del prodotto stesso». Morale: sanzione amministrativa di 6000 euro.
Nei guai, come detto, è finito anche un ristoratore della Rendena, «tradito» in questo caso dalle bottiglie di acqua minerale naturale. O almeno spacciate per tali. Il ristoratore, infatti, avrebbe riempito le bottiglie apparentemente acquistate con la classica acqua del sindaco. Dunque l'acqua del rubinetto. Nel frigorifero del ristorante i carabinieri hanno trovato una decina di bottiglie già aperte. Servire acqua del rubinetto, ovviamente, non è un reato e molti locale consentono di ordinare anche una caraffa di acqua «del sindaco».
Il problema è che quelle bottiglie sarebbero state servite all'ignaro cliente come se contenessero acqua minerale naturale (probabilmente venivano apparentemente aperte al tavolo) e, dunque, pagate ad un prezzo superiore.
La vicenda è stata segnalata alla procura di Trento e sarà effettuato l'esame sui campioni di acqua prelevati. Per il ristoratore è scattata invece una denuncia per frode in commercio.