Roma, scontro sul Def Il ministro si dimette
La manovra per il 2018 parte da un valore di 19,58 miliardi, 10,9 miliardi di deficit e 8,62 di coperture tra entrate e tagli di spesa. Il ministro dell'economia, Padoan, prevede un milione di posti di lavoro in più in 4 anni, sostenendo di aver «avviato un percorso con le forze di governo, Pd, Mdp, Ap, volto a definire le ipotesi di intervento per investimenti, lavoro, lotta alla povertà e salute». Ma Mdp non la voterà la relazione al Def, approvando pero' lo scostamento di bilancio. Bankitalia e Corte dei Conti chiedono la piena attuazione della riforma delle pensioni.
Il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico, sulle posizioni di Mdp sul Def, si è dimesso dall'incarico di governo. Lo ha annunciato all'Ansa lo stesso Bubbico. La decisione è stata già comunicata al premier Gentiloni. "La mia posizione sul Def - ha spiegato Bubbico - è perfettamente coincidente con quella espressa dai gruppi Mdp alla Camera e al Senato. Per questi motivi, dopo avere informato il presidente Gentiloni e il ministro Minniti, che apprezzo e ringrazio per la fiducia accordatami - ha concluso Bubbico - ho rassegnato le mie dimissioni dal governo".
«Persiste la fase di significativo miglioramento del mercato del lavoro» ed è prevedibile un «ulteriore progressivo aumento dell'occupazione nei prossimi mesi e anni». Lo afferma il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sulla Nota al Def. Padoan ha parlato di 1 milione di posti in più rispetto "al punto minimo" di settembre del 2013. In Italia - ha detto il ministro in un altro passaggio - «ritorna il consolidamento della crescita» e «la ripresa dell'economia italiana sta guadagnando robustezza, in un quadro di prospettive di crescita positiva» europeo. «Ci sono le condizioni per un ulteriore rafforzamento della crescita nel terzo trimestre», ha aggiunto.
Intanto arriva un altolà da Corte dei Conti e Bankitalia sulle pensioni. «Nessun arretramento» è il messaggio in commissione Bilancio dove sono in corso le audizioni sul Def. Atteso l'intervento del ministro dell'Economia Padoan.
Lo sforzo di consolidamento degli ultimi 10 anni «risulta tra più significativi nell'area euro», ha sottolineato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sul Def, evidenziando che «dopo 7 anni di aumenti, il debito ha registrato una prima flessione nel 2015», che verrà seguita da una riduzione «anche nel 2017, che accelererà poi nel 2018 e negli anni successivi».
Gli sforzi portati avanti sui conti pubblici «consentiranno di assorbire la fase di aumento dei tassi di interesse». Nella NaDef, ha spiegato, è «già inclusa l'evoluzione dei tassi nei prossimi anni». La prossima manovra - ha detto ancora - conterrà "misure selettive di impulso alla crescita, agli investimenti pubblici e privati, di promozione sociale e per i giovani" ma «l'impatto sulla crescita delle misure espansive è significativo», uno "0,3% che è «una valutazione prudenziale». Una eccessiva restrizione sul fronte dell'aggiustamento dei conti pubblici metterebbe «a rischio la ripresa e la coesione sociale del Paese», ha detto ancora spiegando i motivi per cui il governo ha chiesto di ridurre l'aggiustamento strutturale allo 0,3% del Pil (dallo 0,8% di aprile). Quello che si propone, in accordo con la Ue è un percorso «di graduale aggiustamento, a patto di continuare ad attuare il programma di riforme strutturali».
«Ogni arretramento» sul fronte pensioni «esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità». Lo afferma il presidente della Corte dei Conti, Arturo Martucci, in audizione sulla Nota di aggiornamento al Def di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. La Corte invita a «confermare i caratteri strutturali» della riforma Fornero, «a partire dai meccanismi di adeguamento automatico di alcuni parametri (come i requisiti anagrafici di accesso alla evoluzione della speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione)». «Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro», afferma anche il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla Nota di aggiornamento al Def.
Manovra, 8,6 miliardi da spending e lotta a evasione. Le coperture della prossima manovra arriveranno oltre che dagli spazi di deficit anche da 3,5 miliardi di tagli di spesa, compreso il miliardo l'anno a carico dei ministeri con la nuova spending review, e per 5,1 miliardi da nuove entrate, rappresentate da "misure allo studio che mirano a ridurre l'evasione di alcune imposte, in particolare le indirette". E' quanto si legge, intanto, nel documento, con tabella allegata, consegnato dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alle commissioni Bilancio in vista dell'audizione sulla nota di aggiornamento al Def.
L'economia sommersa rappresenta un freno strutturale allo sviluppo del Paese. In questo contesto, le politiche di contrasto all'evasione assumono una valenza strategica anche per aumentare il potenziale di crescita e la competitività del sistema produttivo". Lo ha sottolineato il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, in audizione sulla Nota di aggiornamento al Def, ricordando i dati del Mef sul triennio 2012-2014, che segnalano un gap di 107,7 miliardi, di cui 97 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,7 miliardi di mancate entrate contributive.
La «significativa» riduzione del debito pubblico «è un imperativo» per l'Italia, oggi «alla nostra portata». Lo ha sottolineato il vicedirettore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla Nota di aggiornamento al Def di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. "La politica di bilancio si deve muovere lungo un 'sentiero stretto' tra l'esigenza di non soffocare la ripresa congiunturale e l'imperativo di ridurre il debito", come più volte sottolineato da Pier Carlo Padoan. Tuttavia, in questo momento il sentiero «pur sempre arduo, è un po' meno angusto che in passato, grazie alle favorevoli condizioni della congiuntura e dei mercati». È il giudizio espresso dal vicedirettore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, in audizione sulla Nota di aggiornamento al Def.