Trova topo morto tra i semi di zucca Nei guai finisce la ditta confezionatrice
Nei guai finisce la ditta confezionatrice
Oggi, sul banco dei laboratori del Muse, il topolino rinsecchito fa quasi tenerezza. Ma quando, qualche settimana fa, il roditore è stato trovato morto da un consumatore in una confezione di semi di zucca, acquistati in un supermercato della città, la sensazione deve essere stata ben diversa. E infatti l'acquirente, scandalizzato per quell'intruso nel sacchetto di semi, ha interessato del caso il Nas, il nucleo antisofisticazione dei carabinieri.
Il caso può far sorridere, ma se visto da un punto di vista igienico sanitario non è da sottovalutare. Significa che il topolino ha avuto libero accesso alla filiera alimentare finendo addirittura sugli scaffali di un supermercato. Fintanto che non saranno venduti semi aromatizzati al sapore di topo o topo ripieno di semi di zucca, tutto ciò non deve succedere.
Diciamo subito che il punto vendita non ha alcuna responsabilità. Il topolino, ormai di fatto mummificato, non era del tutto visibile all'interno del sacchetto. E così la confezione è stata posta in vendita. Lo stesso acquirente, un settantenne di Trento, pare si sia accorto dell'intruso quando ormai era a casa.
Il problema è a monte. I semi di zucca sono di produzione nazionale. Ma stando ai primi accertamenti anche l'azienda produttrice deve essere «assolta», al pari del supermercato. Il roditore, infatti, con ogni probabilità è entrato in scena al momento del confezionamento, attività che è stata svolta da un'altra azienda del Nord Italia. I carabinieri del Nas nei giorni scorsi hanno eseguito un sopralluogo presso l'impianto dove erano stati insacchettati i semi di zucca contaminati dal roditore. Sulla macchina confezionatrice non erano stati installati filtri, pur disponibili, utili per impedire che corpi estranei possano finire nel prodotto confezionato pronto per la vendita. E così il topolino, ghiotto di semi, deve essere finto impacchettato insieme alla merce. Ma non è questo l'unico aspetto che desta perplessità. Il Nas ha anche rinvenuto escrementi di pipistrello nel magazzino di stoccaggio del prodotto finito.
I due titolare della ditta confezionatrice sono stati denunciati per violazione dell'articolo 5, lettera D, della legge 283 del 1962 («Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande»). La norma prevede il divieto di «distribuire per il consumo, sostanze alimentari «insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive». I contravventori «salvo le maggiori pene previste dal Codice penale, sono puniti con l'ammenda da lire 200.000 a lire 5.000.000».
In attesa che la giustizia faccia il suo corso, sui resti del roditore sono al lavoro gli zoologi del Muse incaricati di tipizzare l'animale. Dovranno dire in sostanza se il topolino è nostrano.