Sanità, malaria nell'ospedale di Trento Il ministro: «Interverranno le autorità»
«Avremo adesso il report finale dell’istituto di sanità. Sono state fatte varie ricerche su questo e possiamo escludere assolutamente - ha sottolineato Lorenzin (nella foto con l'assessore provinciale alla sanità Luca Zeni) - che la malaria sia stata presa in un contesto esterno all’ospedale».
«Le autorità competenti - ha aggiunto il ministro della Salute a margine di un convegno a Milano - interverranno sull’ospedale di Trento nel modo più consono e appropriato possibile».
Secondo quanto pubblicato oggi da alcuni quotidiani i primi risultati delle analisi disposte dopo la morte della piccola avrebbero stabilito che il ceppo del parassita che l’ ha uccisa è lo stesso di quello identificato in due bimbe del Burkina Faso, appena giunte da loro paese di origine, ricoverate nello stesso ospedale e poi guarite.
COSA È SUCCESSO
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IL CASO DELLA MORTE DI SOFIA: PROROGA PER LE RELAZIONI
«I nostri consulenti hanno chiesto una proroga per la consegna delle relazioni sul caso di Sofia», la bambina di 4 anni morta per malaria il 4 settembre. «Una proroga per le difficoltà tecniche nel giungere ad ottenere qualche dato».
A spiegarlo è il procuratore capo di Trento, Marco Gallina, titolare dell’inchiesta per omicidio colposo, che punta ad accertare le cause del decesso della piccola, avvenuto agli Spedali civili di Brescia, dopo ricoveri a Portogruaro (Venezia) e a Trento.
«La Procura non ha alcuna novità ufficiale, di nessun tipo» precisa il procuratore in merito a notizie di stampa, che parlano di indiscrezioni sulle analisi.
L’assenza di novità viene affermata anche dall’Istituto superiore di sanità, che sta svolgendo a sua volta gli accertamenti di rito.
«L’accordo - precisa il procuratore - è stato dall’inizio di uno scambio informativo tra la Procura e l’Iss, che non è tra i consulenti della Procura. Dall’Iss ad oggi non è pervenuto nulla e i nostri consulenti non hanno ancora prodotto le relazioni».