Bimbo sul treno merci Rintracciata la famiglia
Ha riconosciuto su uno foto prima sua zia, poi su un’altra i genitori e il suo volto si è illuminato. È stata così rintracciata la famiglia del piccolo Anthony, il bimbo di 5 anni della Sierra Leone trovato in stato di ipotermia su un treno merci al Brennero.
I parenti, dopo la separazione avvenuta in un contesto ancora poco chiaro, hanno proseguito il viaggio e nel frattempo sono arrivati in Germania.
Dopo giorni di angoscia e incertezze, è stata chiarita l’identità del bimbo grazie all’intervento di una mediatrice culturale, che parla il suo idioma, il krio, e grazie a delle segnalazioni di associazioni di volontariato che operano con i migranti.
Il grande freddo: è questo il ricordo più nitido che Anthony ha delle ultime ore della sua odissea, che per il momento è stata solo parzialmente ricostruita. Quella notte il termometro al Brennero segnava -4 gradi e lui probabilmente da ore era all’addiaccio. Il bimbo dice di non ricordare la traversata in mare, forse avvenuta tempo fa, visto che parla già un pò d’italiano. Anthony ha invece raccontato del viaggio in treno con i suoi genitori e la sorellina.
Come hanno spiegato la procuratrice capo del Tribunale dei minori Antonella Fava e il questore di Bolzano Giuseppe Racca, non è per il momento chiaro perché la famiglia si sia divisa, a causa di una disgrazia, una svista oppure per volontà dei parenti. Sono in corso contatti della Questura di Bolzano con le forze dell’ordine in Germania per fare un pò di chiarezza.
Ora Anthony sarà dato in affidamento temporaneo a Bolzano, mentre il Tribunale dei minori valuterà se la sua famiglia di origine è idonea a prendersi ancora cura di lui.
Fava ha poi stigmatizzato il comportamento di una giornalista di una testata nazionale che ieri, nonostante il diniego dei medici, si sarebbe introdotta nella stanza dell’ospedale del bimbo per effettuare delle riprese. «Intraprenderemo tutti i procedimenti previsti dalla legge contro questa grave violazione nei confronti della privacy del minore», ha detto la procuratrice capo. «Sono stati calpestati i diritti di un minore», ha commentato il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Bolzano, Thomas Schael, che è in contatto con la procura della Repubblica, «al fine di valutare eventuali iniziative legali nei confronti della responsabile di tale esecrabile irruzione».
«Non può essere tollerato che a un bambino già così duramente provato venga inflitto anche il supplizio di uno scoop giornalistico», ha concluso.