Recapito a singhiozzo, la rabbia dei postini Protesta in piazza contro l'azienda
I portalettere del Trentino sono scesi in piazza, nel pomeriggio di ieri, per protestare contro la decisione aziendale di avviare le consegna della posta a giorni alterni nelle aree di Fiera di Primiero, Borgo Valsugana e Vezzano a partire dal prossimo lunedì 4 dicembre. Oltre 170 impiegati del servizio di Poste italiane spa, in buona parte con la giacca gialla e blu utilizzata in orario lavorativo, hanno manifestato, a partire dalle 16, presso i portici del Palazzo della Regione a Trento, sfidando il maltempo per chiedere agli esponenti politici locali di meditare con i dirigenti della società al fine di salvaguardare il servizio a favore della cittadinanza e tutelando i posti di lavoro dei giovani colleghi precari.
L’iniziativa sindacale, la prima organizzata dalla categoria in relazione alla riorganizzazione annunciata dalla società nelle settimane passate, si proponeva di portare all’attenzione del presidente della Provincia Ugo Rossi e del Consiglio provinciale la situazione professionale che si verrà a creare una volta attuato il piano di consegna della posta a giorni alterni, oltre alle ricadute in termini di mancato presidio sociale e di riconoscimento dei diritti per la popolazione trentina. Stando a quanto rilevato dagli stessi postini, infatti, il nuovo modello di recapito della corrispondenza genera disservizi consistenti, tali da comportare, una volta entrata a regime, una sola consegna ogni quattro o cinque giorni.
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Tra le ipotesi avanzate per una soluzione del problema, invece, vi è la creazione di un centro di smistamento e lavorazione provinciale o la possibilità di nuove sinergie per il presidio del territorio.
«Non solo - ha sottolineato Angelo Spadaro, del direttivo della Failp Cisal, l’unica sigla presente ieri in piazza, nonostante la protesta abbia ricevuto un’adesione trasversale - il nuovo modello crea delle riorganizzazioni nel personale tali da incrementare il carico di lavoro su ciascun portalettere, ma si incide anche sulla parità dei diritti degli stessi cittadini, introducendo delle differenze a seconda delle zone in cui vivono. Considerato il cambiamento degli ultimi anni del servizio postale, che gestisce oggi servizi a firma quali il recapito di atti giudiziari, si capisce quale disservizio si crea per gli abitanti dei tre centri interessati. Se le istituzioni ci aiutassero, si potrebbe continuare a garantire il servizio con nuove sinergie, quali la consegna a domicilio dei farmaci agli anziani, già attuata con successo in alcune zone».
Alla base della riorganizzazione, che per quest’anno inizierà con i tre centri di Fiera di Primiero, Borgo e Vezzano, mentre a partire dal 22 gennaio del prossimo anno coinvolgerà anche Lavarone, la possibilità di ridurre i costi connessi al recapito della corrispondenza nei territori in cui la densità è inferiore a 200 abitanti. «E’ evidente - ha aggiunto Spadaro - che tutto il Trentino è soggetto a questa riorganizzazione, ad eccezione di Trento, Rovereto e Pergine. Se l’azienda intraprende questa strada, potrebbe poi estenderla ad quasi tutti i centri abitati del territorio».
I portalettere in Trentino sono all’incirca 450, di cui una sessantina, in larga parte giovani, con contratto a tempo determinato. La consegna a giorni alterni, a detta degli esponenti di categoria, metterebbe a rischio il ricambi generazionale all’eterno dell’azienda e comporterebbe una nuova modulazione dei carichi lavorativi per gli assunti a tempo indeterminato, con maggiori responsabilità per ogni impiegato, nuovi incarichi e possibili trasferimenti fuori provincia.
«Chiediamo a Rossi - ha concluso il segretario della Failp Marcello Caravello - di intervenire per un accordo decentrato per la gestione del personale. Una vera svolta per il servizio in Trentino, ad ogni modo, si otterrebbe con la creazione di un centro di smistamento e lavorazione locale (oggi svolto interamente a Padova). Ciò, permetterebbe la stabilizzazione del personale precario e favorirebbe nuove assunzioni».