Valori anomali, Levico Acque ritira produzione di 2 settimane
Qualcosa non va, nell’acqua imbottigliata negli ultimi quindici giorni nello stabilimento della Levico Acque srl di piazzale Stazione, a Levico Terme. O meglio, c’è qualcosa che non dovrebbe esserci.
E per questo, ieri, la società presieduta da Mauro Franzoni ha volontariamente deciso di ritirare tutti i lotti prodotti nell’ultimo periodo e già immessi nel mercato regionale e nazionale: si parla di centinaia di migliaia di bottiglie richiamate a Levico, forse tra 1 e 2 milioni, dato che ogni ora lo stabilimento è in grado di tappare 25mila confezioni in vetro.
La notizia è emersa ieri sera e a spiegare, anche se non completamente, cosa è successo è lo stesso Mauro Franzoni: «Il prodotto è in fase di ritiro, da dopodomani non si troverà più sugli scaffali dei supermercati», conferma.
Presidente, ci spiega qual è il problema riscontrato?
«È partito tutto da una segnalazione, da un’analisi fatta esternamente che ha riscontrato la non conformità di un lotto, prontamente identificato e isolato. Ma, dopo quella segnalazione, abbiamo attivato tutta una serie di controlli interni molto più accurati di quelli normali, riscontrando il problema in altri tre lotti, subito identificati e ritirati come il primo. A quel punto, però, abbiamo deciso che poiché non potevamo essere certi che non ci fossero altri lotti interessati, era meglio ritirare tutta la produzione degli ultimi 15 giorni già distribuita, quella che presenta il problema».
E qual è, questo problema?
«Ora non posso dirlo, ma si tratta di un parametro che normalmente non si misura nemmeno ma che deve essere completamente assente, e quindi basta una minima presenza per uscire dalla regola. E noi abbiamo trovato una minima presenza. Voglio sottolineare comunque che non c’è nulla di pericoloso per la salute né di dannoso nell’acqua distribuita: chi ha in casa delle bottiglie, può berle tranquillamente. Ma dobbiamo sgombrare il campo da qualunque dubbio possibile sulla qualità della produzione, per il bene della società».
Siete stati obbligati a ritirare i lotti?
«No, assolutamente, perché non si tratta di acqua contaminata da diossina o cose del genere. È stata quindi una scelta del tutto volontaria, perché non ce la sentivamo di lasciare dei dubbi sulla qualità della nostra acqua».
Sì, ma proprio per trasparenza, non sarebbe meglio dire qual è il parametro sballato?
«Per il momento, no. Lo faremo a tempo debito».
Una scelta volontaria, presidente, ma un bel danno per l’azienda.
«Siamo convinti però che la trasparenza adottata in questo caso alla fine ci ripagherà. È una questione di serietà. Siamo andati a fondo, abbiamo cercato cose che di solito non si cercano, e già questo segna un punto a nostro favore».
Ma il problema si è verificato in fase di imbottigliamento o di approvvigionamento dell’acqua dalle sorgenti?
«Né l’una né l’altra cosa, e lo stiamo già risolvendo: in pochi giorni saremo in grado di riprendere le forniture come prima».
Qual è la vostra produzione annua e quante sono, esattamente, le bottiglie ritirate?
«Venticinque milioni di bottiglie escono ogni anno dalla Levico Acque, ogni giorno ne riempiamo 200mila. Qui parliamo della produzione di circa due settimane, ma il numero esatto dei pezzi richiamati lo potremo dire solo nei prossimi giorni».