La lingua dei segni per la prima volta usata in Cattedrale
L'Arcivescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi ha celebrato ieri sera presso la cattedrale la prima messa «aumentata», accompagnata cioè da gesti comunicativi per favorire la partecipazione attiva di persone diversamente abili.
«Questa messa - ha spiegato il Vescovo - è arricchita dai fratelli che fanno dell'ascolto e del silenzio il loro habitat naturale». Una celebrazione scandita da «bellissime preghiere e da bellissimi segni», che hanno permesso alle persone ipoudenti di seguire la messa dal principio alla fine, grazie anche al contributo di Francesca De Carli, presente in Duomo in qualità di interprete della lingua dei segni.
Emblematici e simbolici i doni offerti all'inizio della celebrazione, quali un microfono, carta e penna, «strumenti di comunicazione migliorativa e aumentativa», ma anche dei sandali «simbolo del cammino delle persone affette da disabilità» e delle mani, per «promuovere, attraverso la lingua dei segni, l'identità linguistica della comunità dei sordi».
«La vita dei nostri amici sordi è attraversata dal silenzio - ha illustrato Monsignor Tisi durante l'omelia -, solo dove c'è il silenzio è possibile fare esperienza di Dio. In più nel silenzio si dà peso alle parole, spesso vuote proprio perché non hanno visitato il silenzio stesso. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti disabili - ha concluso - perché siamo tutti bloccati nell'amore. Basta dunque parlare di abilità e disabilità: i veri abili sono i nostri fratelli ipoudenti, perché sanno amare e rallegrarsi di più, grazie al sorriso, grazie al servizio e grazie alla carità».