Inquadrato in televisione, perde il lavoro Doveva assistere il padre, era alla partita
Un uomo di Trento ha perso il lavoro tradito dal suo amore per la pallavolo e la passione per la Trentino Volley. Fino all'ottobre scorso era dipendente dei Supermercati Poli; è stato licenziato in tronco dopo essere apparso sugli schermi tv al termine di una partita dei suoi beniamini.
La colpa dell'uomo, che da diversi anni era dipendente del gruppo, sarebbe stata quella di essere andato al PalaTrento per tifare i suoi beniamini nel giorno e nell'ora in cui avrebbe dovuto essere a casa ad assistere l'anziano genitore. Aveva infatti chiesto e ottenuto il permesso assicurato dalla legge 104 sull'assistenza ai disabili. Ma nel giorno in cui avrebbe dovuto sfruttarlo non aveva resistito al richiamo della squadra di Lorenzetti e nel pomeriggio, in pieno orario di lavoro, era andato a tifare.
L'uomo l'avrebbe probabilmente fatta franca se si fosse limitato a guardare la partita dagli spalti, ma a tradirlo sono state una serie di ingenuità. Non contento di aver assistito al match alla fine l'uomo era infatti sceso sul parquet e si era piazzato alle spalle dell'allenatore Lorenzetti durante un'intervista televisiva, incurante del fatto che migliaia di persone potevano vederlo. E non è tutto perché pare che le immagini che lo ritraevano le ha poi postato anche sul suo profilo Facebook con tanto di commenti appassionati.
Un protagonismo che non è passato inosservato è che alla fine è giunto alle orecchie e agli occhi dei vertici dell'azienda per cui lavorava. E nonostante i Supermercati Poli siano un importante sponsor della Trentino Volley i dirigenti non hanno potuto ignorare la palese violazione di contratto e legge. Acquisite le immagini che indicavano senza ragionevole dubbio che il dipendente era al posto sbagliato nel momento sbagliato e si godeva schiacciate e muri di Lanza e Giannelli invece di assistere il genitore infermo hanno dato il via alla procedura di licenziamento.
A nulla sono valse le controdeduzioni presentate a difesa del lavoratore, che ha spiegato di essere andato alla partita per rilassarsi dopo diverse ore di assistenza continua, compresa la notte precedente. L'azienda non ha considerato credibile e sufficiente una spiegazione del genere e ha confermato in pieno la decisione.
Del resto la legge e la giurisprudenza sono piuttosto chiare e severe nel colpire gli abusi relativi alla 104, che non solo sono causa di legittimo licenziamento ma prefigurano in molti casi un vero e proprio reato penale. Una severità condivisa anche dal sindacato. «Non conosco personalmente i dettagli di questo caso - spiega Roland Caramelle della Filcams Cgil - ma è giusto essere ligi alle regole perché quella data dalla 104 è un'opportunità per chi ha seri problemi da affrontare e non sono giustificabili utilizzi diversi».
Fallita la via sindacale l'uomo si è rivolto a un legale. E pare che la sua passione per la pallavolo si sia improvvisamente smorzata.