La maxi inchiesta: sanità e mazzette, 7 indagati
Sono sette le persone indagate per la maxi inchiesta sulla sanità pubblica. Un'indagine che coinvolge fornitori e imprenditori che operano nel settore medico e dirigenti dell'Azienda sanitaria di Trento, ma anche di quella di Bolzano. Sotto la lente della magistratura, ci sono decine di gare d'appalto, che riguardano la fornitura di attrezzature sanitarie, strumentazione medica, arredi e bandi per la manutenzione degli ospedali della regione (ma non ci sarebbe invece la progettazione del nuovo Polo sanitario Trentino).
La posizione degli indagati, va detto, è diversa, ma i reati ipotizzati sono pesantissimi: si va dall'associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, ma anche corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e rivelazione di segreti. In qualche caso gli inquirenti avrebbero riscontrato delle semplici irregolarità di natura amministrativa, ma ci sarebbe anche il caso di una mazzetta, un pagamento di denaro destinato ad «oliare» un appalto in Alto Adige. Per mesi l'indagine, affidata alla squadra mobile di Trento e ai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico e coordinata dai pm Alessandra Liverani e Carmine Russo, è rimasta sotto traccia. Mesi in cui gli inquirenti hanno cercato riscontri alle ipotesi investigative anche attraverso le intercettazioni telefoniche.
Una settimana fa, circa, gli inquirenti sono usciti allo scoperto, facendo scattare una trentina di perquisizioni, nei confronti di altrettanti soggetti. Polizia e carabinieri si sono presentati sia presso gli uffici di viale Verona, che presso le abitazioni private di dirigenti e responsabili dell'Azienda sanitaria di Trento con in mano un drecreto di perquisizione. Operazione analoga è stata svolta a Bolzano e nei confronti di una serie di fornitori e di imprenditori che si occupano di forniture in campo medico e sanitario, sia in regione che fuori. Gli accertamenti, invece, non riguarderebbero appalti per lavori pubblici e nemmeno relativi al nuovo Polo sanitario trentino, progetto peraltro stoppato dopo che il Consiglio di Stato ha ripescato il vecchio Not, il Nuovo ospedale trentino. Ad una settimana dal blitz di sabato scorso il riserbo degli inquirenti resta strettissimo e parte degli atti è stata secretata. Segno che nelle mani degli inquirenti ci sarebbero elementi utili a confermare le ipotesi investigative.
Quello che si può dire è che si tratta di un'indagine complessa, articolata su più filoni di indagine e con ipotesi di reato diverse. Anche il fatto che sia condotta da due diverse forze dell'ordine - squadra mobile e Noe - fa pensare che indagando anche in ambiti diversi gli inquirenti siano arrivati a monitorare gli stessi soggetti. Le gare d'appalto sotto la lente della magistratura sono decine: in alcuni casi gli inquirenti avrebbero riscontrato delle violazioni di natura amministrativa. In altri casi il sospetto degli inquirenti è che il bando sia stato confezionato su misura. Ma c'è anche l'ipotesi più grave, quella legata alla corruzione, con tangenti pagate per accaparrarsi l'appalto e la contestazione di un vero e proprio sistema per pilotare le gare, come indica il reato di associazione a delinquere. In particolare al vaglio ci sarebbe uno scambio di denaro in Alto Adige. In queste ore tutto il materiale sequestrato e la documentazione acquisita è al vaglio degli inquirenti. L'indagine non è chiusa ed è possibile che, proprio alla luce degli elementi raccolti, riservi altre svolte o accelerazioni.
LA POSIZIONE DELL'AZIENDA SANITARIA
Massima fiducia nell'operato della magistratura e totale collaborazione. Sia l'assessore provinciale alla sanità Luca Zeni che il direttore generale dell'Azienda sanitaria Paolo Bordon si mettono a disposizione degli inquirenti nel favorire l'indagine e chiarire quanto successo.
Il dirigente aggiunge la volontà di muoversi fin da subito per capire cosa non abbia funzionato con un'indagine interna che nel rispetto dei diritti dei singoli potrebbe comunque portare a provvedimenti anche in tempi brevi.
«L'Azienda - assicura Bordon - è a totale e piena disposizione di chi sta conducendo le indagini. Abbiamo piena fiducia nel loro operato e vogliamo che procedano per individuare dove c'è stata la falla». Dopo le perquisizioni di una settimana fa il direttore dice di aver dato immediate disposizioni per cercare di far luce su quanto accaduto. «Sono ovviamente molto dispiaciuto anche per il danno di immagine» spiega, ricordando di aver già provveduto a una prima riorganizzazione l'estate scorsa per cercare di evitare il ripetersi di casi come quello della Cappelletti, la dipendente infedele condannata per truffa ai danni dell'Azienda. Alla luce di questa nuova inchiesta, che a quanto pare coinvolge almeno tre funzionari di alto livello, si studieranno altre contromosse. «Le accuse sono pesanti - ammette Bordon - anche se rispetto alle trenta perquisizioni effettuate risulta che da noi si è verificata la parte minimale dei possibili reati. Sono comunque fatti su cui non va assolutamente minimizzato e che anzi vanno attentamente approfonditi con un'azione di verifica interna».
L'assessore Zeni ci tiene innanzitutto a sottolineare come quanto accaduto e le vicende su cui si sta indagando non incidono sull'erogazione del servizio sanitario. «Detto questo, che può essere scontato ma è importante sottolineare per rassicurare i cittadini, non ho grandi elementi per commentare fatti su cui la giunta e l'amministrazione provinciale non sanno granché. Non abbiamo avuto nessun contatto con gli inquirenti e in questo momento c'è una carenza di informazioni da parte nostra. Posso comunque confermare che abbiamo massima fiducia nell'operato dei magistrati. Auspico che il quadro si chiarisca nel più breve tempo possibile nell'interesse delle istituzioni, che sono quelli di avere procedure e servizi che funzionano» afferma il responsabile della sanità trentina.
Zeni aggiunge di aver dato mandato all'Azienda di fornire la massima collaborazione alle autorità giudiziarie. «Siamo ovviamente preoccupati, ma dobbiamo agire in base alle normative anche per eventuali provvedimenti immediati nei confronti delle persone coinvolte».