Bimbi fuoripista, salvati da agenti con corde e moschettoni
Complesso intervento della polizia ieri pomeriggio per recuperare due fratellini danesi
Due fratellini danesi, di 14 e 8 anni, sono stati recuperati da agenti muniti di corde e moschettoni dopo complesse ricerche, nei boschi nei pressi dell’impianto Salare tra l’omonima pista e la pista San Antonio, in Paganella.
La richiesta di aiuto è stata lanciata domenica pomeriggio verso le 14 e subito gli Agenti in servizio di Sicurezza e Soccorso in Montagna in Paganella sono partiti per riportare a valle alcune persone che si erano avventurate in fuoripista.
Considerata la zona particolarmente impervia, il personale della Polizia di Stato, in collaborazione con quello della Croce Bianca e della società Valle Bianca, hanno ispezionato la zona posta sotto la linea della seggiovia ed i numerosi declivi lungo quell’area. In uno di questi, il responsabile del distaccamento della Polizia di Stato ha ritrovato i due fratelli.
Il più piccolo era rovinosamente caduto su una pianta riportando una frattura scomposta della tibia della gamba destra. Data la ferita del ragazzo e la conformazione del declivio, gli agenti non hanno avuto altra scelta che calare dall’alto il toboga, necessario per il trasporto del ferito.
Una volta a terra i soccorritori, immobilizzavano il ragazzo e con particolare perizia riuscivano a trasportarlo al primo centro di soccorso assicurandogli le cure necessarie.
«Questo ennesimo soccorso compiuto dal personale della Polizia di Stato con il concorso degli operatori della Croce Bianca e della società Valle Bianca - commenta il Vice Questore Aggiunto Salvatore Ascione - dimostra ulteriormente la professionalità e la bravura di tutti gli attori del mondo neve a cui vanno i nostri ringraziamenti. Con l’occasione è importante sottolineare come praticare il fuori pista, vietato in quelle zone e sottolineato da numerosa cartellonistica, non solo è rischioso per le persone che lo praticano, ma mette in pericolo anche i soccorritori che spesso devono assumersi dei rischi notevoli per poter condurre in salvo coloro, che volontariamente hanno deciso di non rispettare le regole della montagna».