Vaccini, i No Vax continuano a resistere A gennaio su 1.600 inviti, 562 accettati
A novembre e dicembre, dei 1.202 bambini della fascia 0-6 invitati dall’Azienda sanitaria in quanto non conformi, solo il 19,1% dei genitori ha accettato di farli vaccinare. I dati del mese di gennaio sembrano essere migliori per raggiungere l’obiettivo posto dalla ministra Lorenzin, ossia raggiungere la copertura del 95% che consenta la cosiddetta «immunità di gregge» (la protezione anche di coloro che non possono, per motivi di salute, essere vaccinati).
A gennaio, infatti, su 1600 invitati, 562 hanno accettato la vaccinazione. «Si tratta di una percentuale del 35,1% - spiega il capo del dipartimento della Prevenzione dell’Apss, Marino Migazzi - e la cifra comprende soprattutto bambini della fascia 0-6 anni e solo pochi della fascia 6-16».
Con febbraio sono state esaurite tutte le chiamate della fascia 0-6 anni mentre proseguono le chiamate per i 6-16 anni, sia di coloro che hanno preso contatto con il Cup on line che delle famiglie che non si sono fatte vive con l’Azienda e che non sono in regola. «Il tutto, secondo la programmazione degli appuntamenti, finirà in aprile», dice Migazzi.
Da lunedì della scorsa settimana, poi, sono partiti i colloqui con i genitori dei più piccoli, quelli che rientrano nella fascia 0-6, per i quali essere in ordine con le vaccinazioni è requisito necessario per poter frequentare asili e scuole materne. I colloqui andranno avanti fino a fine maggio.
Il colloquio viene svolto da un medico igienista e l’invito prevede, per le famiglie che lo volessero, di poter portare il bambini e poter effettuare contemporaneamente anche la vaccinazione. «I dati di queste prime due settimane di attività sul territorio non sono ancora noti - spiega il capo del dipartimento - Sapremo qualcosa nei prossimi giorni quando saranno raccolti ed elaborati i dati di febbraio».
La procedura prevede che l’esito del colloquio tra le parti venga verbalizzato e, se i genitori vorranno, potranno fissare un appuntamento per la vaccinazione. Oppure, se riterranno di doverci ulteriormente pensare, verrà dato un termine di trenta giorni superato il quale verrà avviato il provvedimento sanzionatorio. La normativa prevede che la sanzione amministrativa venga comminata a tutti, sia a chi ha meno di 6 anni che ha chi ne ha di più. La differenza sta che per i più piccoli non essere in regola comporta l’impossibilità di poter continuare o iniziare a frequentare scuole materne e nidi. L’esclusione non sarà comunque immediata. Avviato l’iter della contestazione dell’illecito amministrativo la palla passerà poi al Dipartimento della Conoscenza.
«Dobbiamo garantire la sicurezza in particolare per quei bimbi che sono troppo piccoli per esser vaccinati o hanno malattie per le quali non possono esserlo», ha ribadito nelle scorse ore la ministra Lorenzin che ha lanciato un nuovo appello alle mamme: «Non abbiate paura delle vaccinazioni non vi fate imbonire da questi ciarlatani, venditori di fumo, la vaccinazione è il sistema più sicuro che abbiamo per mettere in sicurezza i nostri figli. Fidiamoci dei nostri medici».
Lorenzin poi aveva bacchettato Bolzano ritenendola «l’unica vera preoccupazione, dove sono ancora migliaia i bambini che non sono in regola con la legge sull’obbligo vaccinale» e definendo «impressionante» il fatto che «ci sono assessori che incitano a non rispettare la legge, è davvero sconcertante».