Incidenti, inversione di tendenza Tornano a salire dopo anni di calo
Emerge una preoccupante inversione di tendenza dai dati su incidenti e infortuni sulle strade del Trentino, pubblicati ieri dall’Istituto provinciale di statistica. Dopo anni di calo costante nel 2016 si registra infatti un aumento.
Ed è la prima volta dal 2003, primo anno preso in considerazione nelle tabelle dell’Ispat. Allora c’erano stati in dodici mesi ben 2.092 incidenti con 2.832 feriti e 55 decessi; poi era iniziato un calo costante fino ai 1.257 incidenti, con 29 morti e 1.715 feriti del 2015.
Nel corso del 2016 gli incidenti rilevati sono stati in tutto 1.361, un centinaio in più rispetto all’anno prima, con 32 decessi e 1.926 feriti. L’inversione di tendenza è un dato senza dubbio preoccupante anche se va preso con cautela prima di considerarlo regola.
«Bisognerà verificare le cifre del 2017, che dovrebbero essere rese note verso giugno, in anticipo rispetto al passato, per essere certi» avverte Roberto Pizzinini, presidente dell’Automobil Club Trentino. Il quale però due risposte sulle possibili cause dell’aumento dell’incidentalità se l’è date.
«Purtroppo - afferma - c’è una tendenza a non osservare divieti importanti, come quello dell’utilizzo del telefonino alla guida. Il telefono è spesso causa di disattenzioni che si trasformano in incidente, tanto che noi come Aci stami avviando una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale invitando i cittadini a utilizzare in auto le nuove tecnologie che oggi permettono di parlare al telefono in viva voce, senza distrarsi».
L’altro comportamento pericoloso sottolineato da Pizzinini è quello messo in atto da ciclisti che attraversano le strade sulle strisce ma senza smontare dalla sella: «Vediamo spesso soprattutto donne che sfrecciano pedalando anche in zone dove c’è scarsa visibilità facendo oltre che una cosa pericoloso anche un’infrazione al codice della strada».
Insomma, sebbene la tecnologia stia facendo passi in avanti, con macchine sempre più sicure e in grado di rilevare i pericoli, il fattore umano è ancora centrale e correttezza ed educazione rimangono centrali.
I dati Ispat dicono che quasi la metà degli incidenti del 2016 si è verificata su strade provinciali: sono stati 657, venti in più rispetto ai sinistri occorsi su strade comunali urbane, ma con molti più feriti (1.027 a 795) e morti (23 a 4). Sono invece calati, in un andamento da sempre altalenante, gli incidenti in autostrada, 41 con 4 morti. In calo anche quelli su strade comunali extraurbane, 16 sinistri con 1 morto e 21 feriti. Per quanto riguarda la tipologia prevalgono gli scontri tra veicoli, circa il 70%, rispetto a investimenti o uscite di strada, con i frontali molto più numerosi rispetto ai tamponamenti.
Spulciando tra le tabelle e i grafici elaborati dall’Ispat si nota come i mesi estivi siano quelli a più alto rischio di incidenti, con agosto in testa con 136 eventi, 5 morti e 210 feriti, seguito da luglio e da settembre. Il mese più tranquillo è stato invece marzo con 86 sinistri, 3 morti e 126 feriti. Nessuna vittima registrata nel mese di aprile.
Il giorno della settimana a più alto rischio nel 2016 è stato il venerdì, con 235 incidenti, 4 morti e 336 feriti, quello relativamente più tranquillo la domenica con 172 sinistri, un numero inferiore ma con più morti (6) e feriti (285) rispetto ad altri giorni della settimana. Le ore del giorno più rischiose guardando alle statistiche sono quelle di maggior traffico, in particolare tra le 18 e le 19 si sono verificati ben 124 incidenti con 4 morti e 161 feriti, tra le 15 e le 16 101 incidenti con 4 morti e 140 feriti e tra mezzogiorno e le 13 sempre 101 con 2 morti e 135 feriti. Le ore più tranquille sono naturalmente quelle notturne, con appena 4 incidenti in un anno tra le 5 e le 6 senza vittime e con 6 feriti.