La Corte dei conti promuove la sanità trentina Bilancio: più 30% di entrate in quattro anni
La sanità trentina provinciale viene promossa dalla Corte dei conti sull’equilibrio tra entrate e uscite. Nel 2015 e 2016, secondo i criteri applicati dai giudici contabili il risultato di esercizio del settore pubblico è stato in equilibrio.
E in quattro anni, tra 2012 e 2016, c’è stata una riduzione del costo complessivo per i servizi sanitari erogati. Due anni fa, ultimo dato confrontato dalla Corte dei conti, la sanità trentina è costata 1,121 miliardi di euro, contro 1,14 miliardi del 2012. La quota maggiore è destinata alla copertura dei livelli essenziali di assistenza (i cosiddetti Lea) ed è pari a 928 milioni di euro, mentre altri 193 milioni di euro sono destinati ai servizi aggiuntivi.
Pur premettendo che il finanziamento del sistema sanitario trentino (come capita anche a quello del Sudtirolo) è totalmente a carico della Provincia e delle sue risorse, la Corte dei conti ha rideterminato i bilanci sulla base di parametri paragonabili tra le varie regioni e Province autonome. E ha messo in evidenza come la situazione per il biennio 2015 e 2016 sia stata in equilibrio. Il 2015 è stato addirittura con un risultato d’esercizio positivo per 13,3 milioni di euro, quello dell’anno successivo negativo ma solo per 1,8 milioni di euro. A Bolzano, ad esempio, nel 2015 il disavanzo rilevato dalla Corte dei conti è stato pari a 204 milioni, nel 2016 di 227 milioni di euro.
Tra gli aspetti che pongono Trento al vertice in Italia, poi. c’è quello relativo alla rapidità con cui sono cresciute le entrate da ticket. In Italia tra il 2012 e il 2016 solamente in Valle d’Aosta le entrate da ticket sono aumentate in maniera superiore a quanto avvenuto in Trentino. «La ragione - spiega Luca Zeni - è che i ticket erano in partenza molto bassi e quindi la crescita è stata elevata» dopo averli aumentati.
In ogni caso, per quanto riguarda gli introiti da ticket in Trentino sono aumentati del 31,56% tra 2012 e 2016, passando da 16 milioni a 21,14 milioni di euro. A Bolzano nello stesso periodo sono saliti del 7,6% passando da 17,7 a 19 milioni di euro. Se si considera solo il confronto tra 2015 e 2016, c’è stata una inversione di tendenza: a Bolzano la quota da ticket scende del 2% a Trento sale del 10,3%.
Al vertice in Italia, poi, Trento e Bolzano per aspettativa di vita e soprattutto per aspettativa di vita in buona salute, un indice che sottolinea quanti anni ci si attende di vivere senza problemi di salute. Per il primo indice, ossia quello dell’aspettativa di vita alla nascita, nel 2016, a fronte di una media nazionale di 82,8 anni, nel nord si registra un valore superiore (83,1 anni), così come al centro (83 anni), mentre nel mezzogiorno il valore scende al di sotto della media (82,1 anni).
Analogamente per l’indicatore di speranza di vita in buona salute alla nascita, che, pari ad un valore medio di 58,8 anni, è superiore al nord (60,5 anni) e nel centro (58,3 anni) e inferiore nel mezzogiorno (56,6 anni). I valori più alti si registrano nei territori dove la spesa pro capite sanitaria è anche più alta, come nelle Province di Trento (65,5 anni) e Bolzano (69,3 anni), e nella Regione Trentino-Alto Adige (67,3 anni), viceversa i valori più bassi si registrano nelle Regioni contraddistinte anche da una spesa pubblica pro capite minore, come in Calabria (51,7 anni), Sardegna (54,1 anni) Campania (57,3 anni) e Sicilia (57,8 anni).