Il consigliere De Godenz nei guai per «incompatibilità» Rischia di dover restituire tutte le indennità
Euro 572.016,63. È un conto salato quello che la Procura regionale della Corte dei conti di Trento ha presentato a Pietro De Godenz. Al consigliere provinciale dell’Upt - 56 anni di Tesero, l’uomo del duplice mondiale di sci nordico in val di Fiemme - è stato notificato un invito a dedurre in cui si contesta l’indebita percezione dell’indennità di consigliere e dei relativi rimborsi spese dal mese di ottobre del 2013 fino al dicembre del 2017. Secondo la procura contabile Degodenz avrebbe percepito durante la legislatura il ricco «stipendio» da consigliere provinciale pur trovandosi in una posizione di incompatibilità.
Questo perché - sostiene la procura, ma il consigliere Upt nega - in questi anni De Godenz, pur dando le dimissioni dal Cda e rimanendo titolare di un contratto part-time, sarebbe di fatto rimasto ai comandi della società per cui ha lavorato per una vita, la «Incremento Turistico Alpe di Pampeago» (Itap spa) di Tesero.
In sostanza Degodenz è sospettato di aver dato dimissioni «simulate» per nascondere il fatto che continuava a rivestire un ruolo apicale e direttivo in Itap spa. Cosa che come consigliere provinciale non poteva fare trattandosi di azienda sì a capitale privato, ma destinataria a più riprese di contributi pubblici.
La situazione, oltre ad essere delicata per un consigliere provinciale in predicato di rielezione, è complessa da un punto di vista del diritto. Ad avviare le indagini è stata una segnalazione anonima, ma ben circostanziata, recapitata in procura il 7 dicembre scorso. Il procuratore regionale Marcovalerio Pozzato ha subito avviato le indagini incaricando dell’attività investigativa i carabinieri della Compagnia di Cavalese e i finanzieri del Gruppo tutela finanza pubblica delle Fiamme Gialle.
Gli inquirenti hanno acquisito tutta la documentazione - dai cedolini degli stipendi ai verbali del Cda - relativa al rapporto di lavoro con Itap per cui De Godenz lavora dal 1983 arrivando a ricoprire l’incarico di direttore e amministratore delegato. Nell’ottobre del 2013, alla vigilia delle elezioni provinciali, fece un primo passo indietro rinunciando a tutte le deleghe gestionali, ma rimanendo come semplice consigliere nel Cda. Un incarico a cui De Godenz rinunciò, dando le dimissioni, nel settembre del 2014 proprio per la possibile incompatibilità con la carica di consigliere provinciale.
I rapporti con Itap, però, sono rimasti stretti. Troppo stretti secondo la procura regionale. In più occasioni negli anni successivi De Godenz partecipò ai consigli di amministrazione della società relazionando, per esempio, sul progetto «Fiemme E-Motion».
Il consigliere provinciale dell’Upt non chiese subito di essere collocato in aspettativa per mandato politico, ma rimase in Itap spa con un contratto part-time retribuito (lui sostiene con l’unico incarico di mantenere le pubbliche relazioni) e con qualifica di «1° livello super». Secondo gli inquirenti, di fatto De Godenz continuava ad avere un incarico di vertice assimilabile al direttore generale con tanto di proprio ufficio. Nulla di male se non fosse che la legge provinciale numero 2 del 2003 individua una serie di cause di incompatibilità tra la carica di consigliere provinciale e la presenza all’interno di società a partecipazione pubblica o che beneficiano di contributi pubblici.
Quest’ultimo è il caso di Itap spa che in passato aveva beneficiato di contributi provinciali per potenziare gli impianti di innevamento programmato. Solo nel dicembre del 2017 De Godenz chiese a Itap di essere collocato in aspettativa dal primo gennaio 2018 in vista di future consultazioni nazionali e provinciali. Secondo gli inquirenti è un passo indietro, in questo caso reale, che De Godenz avrebbe dovuto fare quattro anni e mezzo prima quando venne eletto in Consiglio provinciale.
Le conseguenze per De Godenz rischiano di essere pesanti da un punto di vista patrimoniale. Secondo il procuratore Pozzato, le risultanze investigative dimostrano che il consigliere Upt avrebbe percepito illegittimamente le somme erogate dal Consiglio provinciale a titolo di indennità e di rimborso spese per 572mila euro. Somma soggetta a rivalutazione monetaria e interessi legali.
Va sottolineato però che il procedimento è ancora in fase di indagine e dunque le accuse sono ancora tutte da dimostrare. L’invito a dedurre per De Godenz rappresenta l’occasione per replicare alle contestazioni. Solo poi la procura deciderà se citare in giudizio il politico fiemmese per danno erariale aprendo la fase del giudizio, oppure se procedere all’archiviazione del caso.