La delegazione trentina accolta da papa Francesco
«Vi incoraggio a continuare nel vostro proposito di diffondere la cultura dell’accoglienza e un modello di vita aperto e fraterno, in armonia con la nostra dignità di figli di Dio». Così Papa Francesco si è rivolto ieri a una delegazione trentina, guidata dall’arcivescovo Lauro Tisi, ricevuta a mezzogiorno in udienza in Vaticano, nella Sala Clementina.
L’incontro ha suggellato la ventennale collaborazione tra Trentino e Santa Sede, iniziata con la posa della croce in granito sull’Adamello, inaugurata da San Giovanni Paolo II nel 1999, sulla vetta che ora porta il suo nome. Collaborazione proseguita con il dono per ben tre volte (2006, 2007, 2015) del presepe realizzato dai maestri artigiani di Tesero e collocato in piazza San Pietro, così come gli alberi natalizi provenienti dalle vallate trentine.
Una dedizione che testimonia «la devozione e l’affetto dell’intera popolazione del Trentino verso il Papa», ha detto Francesco mostrando «grato apprezzamento» per l’impegno profuso in particolare sul fronte dell’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori in Vaticano. «Con il vostro apporto, voi esprimete i tradizionali valori di fede, operosità e solidarietà così radicati nella vostra terra. C’è tanto bisogno ai nostri giorni di persone che sappiano rendere una coraggiosa testimonianza dei valori morali insegnati dal Vangelo!».
Il Papa ha invitato i trentini a continuare sulla strada intrapresa, spargendo «il seme evangelico della carità» per rendere le famiglie vere »chiese domestiche», fondate sulla Parola di Gesù, sull’amore alla Chiesa e sul servizio alla vita. «Vi incoraggio - ha aggiunto -a continuare nel vostro proposito di diffondere la cultura dell’accoglienza e un modello di vita aperto e fraterno, in armonia con la nostra dignità di figli di Dio».
Nel suo saluto monsignor Tisi ha citato due elementi naturali alla base dei doni trentini come legno e pietra: «Sono parte - ha riconosciuto - dell’ambiente straordinario donato alla nostra terra e per il quale non dovremmo mai stancarci di lodare Dio». Ha ricordato quindi la tradizione plurisecolare dei presepi, «ambasciatori di dialogo e di pace» come dimostra la collocazione del presepio fiemmese, dopo Roma, nella Basilica della Natività di Betlemme o la recente esposizione dei presepi a Mosca, salutati dal patriarca Kirill, «memore - ha fatto notare l’arcivescovo Lauro a un Papa particolarmente attento - del fruttuoso incontro avuto con Lei, Santità, a Cuba, nel febbraio 2016, culminato con la storica dichiarazione congiunta tra chiesa cattolica e ortodossa». «Le chiediamo oggi, Santo Padre - ha concluso Tisi - di accompagnare con il suo sguardo affettuoso la nostra gente e la nostra terra, implorando da Dio una benedizione sulla Chiesa di Trento, la Chiesa del Concilio a cui il suo predecessore, il beato Paolo VI, ha consegnato una vocazione ecumenica alla quale non vogliamo mai venire meno».
L’incontro è stato allietato da alcuni brani eseguiti dal coro degli alpini.