Giustizia / Il caso

Si fa male in municipio, la donna delle pulizie chiede i danni al Comune di Rovereto

Dopo aver passato scopa e prodotti negli uffici e nei corridoi è scivolata sulla soglia di marmo dell’ingresso dell’edificio a causa della pioggia che stava cadendo. L’avvocato della lavoratrice ha provato a conciliare con l’ente pubblico, ma l’assicurazione si è rifiutata 

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. Da un certo punto di vista potrebbe anche trattarsi di infortunio sul lavoro ma su questo versante ancora non ci si è mossi. Nessuno, infatti, ha ipotizzato un reato penale. Eppure la signora delle pulizie di palazzo Pretorio si è rotta un piede a fine turno, ferite giudicate guaribili in 45 giorni ma di cui si porta appresso gli effetti di una deambulazione faticosa ancora dopo mesi dall'incidente. Del quale, comunque, dovrà rispondere il Comune di Rovereto davanti al giudice civile visto che la donna, con l'avvocato Stefan Kacenka, ha fatto causa all'ente di piazza del Podestà per ottenere un giusto ristoro dei danni.

Il dolore e l'assenza dal lavoro, d'altro canto, sono palesi. E pensare che chiedeva all'amministrazione di attivare una procedura negoziale, in altre parole di accordarsi su un risarcimento senza scomodare tribunali e carte bollate ma semplicamente stabilire un ristoro per quella frattura dopo aver pulito la sede municipale.

Il Comune, come sempre in questi casi, ha girato la questione alla propria compagnia assicuratrice, UnipolSai, per sbrigare la pratica. L'agenzia, però, ha consigliato di evitare il confronto perché, secondo i propri esperti, per quanto accaduto non c'è alcuna responsabilità da parte esterna, men che meno della Città, intesa come organo di gestione. E così si arriva alla causa civile visto che il legale della ferita ha deciso di consegnare a palazzo Pretorio un atto di citazione.

Ma cos'è successo davvero? «La mia cliente lavora per una ditta esterna che ha in appalto il servizio di pulizie del municipio. - spiega l'avvocato Stefan Kacenka - Alla sera lava tutti gli uffici e le scale ma quel giorno, che pioveva, appena ultimate le operazioni stava per uscire dal portone principale quando è scivolata sul marmo d'ingresso che era bagnato e, appunto, scivoloso. Tanto che, al di là della visita al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria del Carmine, il giorno dopo ha pure avvisato il Comune della pericolosità, in caso di maltempo, dell'accesso a palazzo Pretorio».

La segnalazione ha sortito gli effetti sperati visto che, in poco tempo, sono state sistemate a terra delle strisce antiscivolo. Il perdurare della malattia, però, ha indotto la lavoratrice a chiedere un rimborso. Nulla di prevaricante visto che il suo legale non ha quantificato i danni da risarcire ma ha semplicemente chiesto all'ente pubblico o alla sua assicurazione di proporre un'offerta.

«Non era nostra intenzione finire in tribunale ma le lesioni ci sono state, la colpa della lastra scivolosa è chiara tanto che gli stessi funzionari, il giorno dopo l'incidente, hanno fatto mettere dei presidi antiscivolo. Per noi era sufficiente un segnale di buona volontà ma, a questo punto, andiamo davanti ad un giudice».Il rigetto della richiesta di negoziazione, tra l'altro, ha sorpreso non poco tanto la signora delle pulizie che il suo avvocato. Perché, come detto, nessuno ha presentato un conto da saldare. «Non capisco questa scelta ma, vabbè, ci penserà il giudice a decidere se il Comune dovrà pagare e quanto», chiosa il legale.

La giunta, da parte sua, ha allargato le braccia: «La società UnipolSai ha invitato l'amministrazione a non aderire alla procedura di negoziazione assistita perché non ha rilevato profili di responsabilità a carico dell'amministrazione comunale».

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