Roma ci chiede 153 milioni Ma la Consulta dà lo stop
Il Patto di Garanzia evita una stangata da 153 milioni in tre anni alla Provincia. La Corte costituzionale ha infatti accolto un ricorso di Trento, Bolzano e della Regione contro ulteriori contributi alla finanza pubblica nazionale quale concorso al finanziamento della spesa sanitaria. Lo riferisce l’amministrazione provinciale trentina, spiegando che si tratta di una sentenza depositata mercoledì, la quale riconosce «che - per le sole Province di Trento e Bolzano e per la Regione - questo contributo non è dovuto, in quanto non possono esserci modifiche peggiorative in termini di contributo complessivo rispetto agli importi previsti dal Patto di Garanzia».
Patto di garanzia che è l’accordo siglato il 15 ottobre del 2014 in materia di contributi alla finanza pubblica dallo Stato, dalla Regione e dalle Province di Trento e Bolzano.
Per Trento si sarebbe trattato di un contributo di 31 milioni di euro nel 2017, di 52 milioni di euro nel 2018 e di 70 milioni di euro dal 2019 in poi. In totale si tratta di un risparmio di 153 milioni di euro nel triennio che per Trento rimarranno invece a disposizione.
La Corte costituzionale con la sentenza 103 del 2018 ha dato ragione a Trento e Bolzano contro alcune disposizioni della legge 11 dicembre 2016 numero 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017). Tali disposizioni prevedevano in capo alle regioni, sia a statuto ordinario sia speciale, ulteriori contributi alla finanza pubblica nazionale quale concorso al finanziamento della spesa sanitaria. Per la Provincia di Trento, si sarebbe trattato di un contributo di 31 milioni nel 2017, di 52 milioni nel 2018 e di 70 milioni dal 2019 in poi.
La sentenza in oggetto ha rafforzato e confermato alcuni importanti principi che valorizzano il significato e la portata dell’accordo del 15 ottobre 2014, sottoscritto dallo Stato, dalla Regione e dalle Province di Trento e Bolzano (il cosiddetto Patto di Garanzia). Essa, infatti, nel ribadire il principio secondo cui - in termini generali - anche le autonomie speciali, sebbene previa intesa (metodo pattizio), sono tenute a fornire il contributo finanziario in questione, ha riconosciuto in maniera chiara ed inequivocabile che - per le sole Province di Trento e Bolzano e per la Regione - questo contributo non è dovuto, in quanto non possono esserci modifiche peggiorative in termini di contributo complessivo rispetto agli importi previsti dal Patto di Garanzia.
Questo significa in sostanza che gli unici contributi che la Regione e le due Province sono tenute a dare allo Stato sono quelli previsti dall’accordo 15 ottobre 2014. Nessun altro contributo può essere richiesto alle nostre autonomie speciali.
«L’aver ancorato il nostro contributo annuale ad un criterio preciso, parametrandolo al costo del debito pubblico - commenta il presidente Ugo Rossi - è stata una scelta politica lungimirante che permette al nostro sistema di autogoverno di poter contare su risorse certe e stabili anche per i prossimi anni».