Sanità, dalla Provincia 45 milioni a ospedali e anziani Spazi Argento più ricchi e 170 assunzioni nelle Rsa
La «crisi del medico è in tutto l’occidente» perché «la società è cambiata e aumentano le richieste di prestazioni sanitarie. In un contesto in cui l’Italia è uno dei pochi Paesi dove c’è il principio di servizio sanitario universalistico che viene abbandonato anche laddove è nato, ossia l’Inghilterra, occorre capire come garantirlo in una società che cambia. Qui ci sono due posizioni che sono contrastanti tra loro. La prima è di chi soluzioni conflittuali, come ha fatto ad esempio Salvini quando ha detto che i vaccini sono troppi. Quello è l’esempio di una politica che si basarsi sul conflitto e si adegua a richieste dei cittadini che diventano quasi pretese e arrivano a scardinare l’unità del sistema». A dirlo Luca Zeni assessore provinciale alla salute per descrivere le scelte alla base degli oltre 46 milioni inseriti in assestamento di bilancio dalla giunta. Che spiega: «L’altra scelta, che è la nostra, è quella dell’alleanza tra gli attori del servizio e i cittadini per fare parte tutti di un sistema. Medici, pazienti e istituzioni devono basarsi sulle esigenze e sui bisogni, occorre ascoltare i pazienti ma spiegare che sono parte del sistema. Da qui parte un patto di ospitalità tra medici e istituzioni da un lato, cittadini dall’altro. E cioè: si dice al cittadino che non è un mero paziente e gli si chiede di essere consapevole di ciò di cui fa parte. Questa strada è produttiva, l’altra, quella del conflitto, porta alla morte del sistema dopo averlo scardinato».
In questa direzione, spiega Zeni, vanno anche le misure (oltre 40 milioni di euro) presenti nell’assestamento di bilancio che oggi sarà, tra l’altro, presentato ai sindacati. «Nell’assestamento - assicura Zeni - sono previsti interventi per il consolidamento della rete ospedaliera come unica rete provinciale e garantire l’integrazione tra ospedale e rete del territorio». Le misure saranno poi accompagnate da altri interventi come quelli dell’infermiere di comunità, le aggregazioni ambulatoriali tra più medici «su cui contiamo di chiudere presto col sindacato» e sul supporto al servizio di assistenza agli anziani prima che approdino nelle case di riposo.
«Da un lato nell’assestamento ci sono risorse per l’adeguamento della rete ospedaliera con 36 milioni di euro dalla sistemazione delle strutture fino all’acquisto di nuove attrezzature come nuove Tac o strumentazioni per la robotica chirurgica» chiarisce Zeni.
Ci sono poi «5 milioni di euro per lo Spazio Argento, che dovrebbe partire entro l’anno, la struttura incardinata presso le Comunità di valle che si occupano della gestione a tutto tondo degli anziani. Le nuove risorse servono a far capire che la riforma del welfare per anziani non è solo riforma per mettere insieme lo storico e che, invece, investiamo sui territori. Gli Spazi argento faranno investimenti per aumentare l’assistenza domiciliare e la residenzialità leggera come il cohousing nel percorso che va dalla residenzialità autonoma degli anziani alla presa in carico in casa di riposo. I non autosufficienti, che sono 17.500 in Trentino, sono la vera urgenza che abbiamo».
Si punta anche a dare maggiore personale alle case di riposo (4.500 posti letto convenzionati più quelli privati) con «6 milioni di euro per migliorare il servizio, cambiando i criteri del rapporto tra personale e pazienti e che consentirà di assumere da subito 170 operatori sociosanitari».
Inoltre, nell’assestamento «ci saranno nuove risorse sul contratto sanitario per chiuderlo. Avevamo già stanziato 3,7 milioni di euro, ora pensiamo di aumentarli per arrivare alla fine della partita con i sindacati». Le risorse saranno destinate a infermieri, Ota e Oss in particolare. La vicenda si sta trascinando ormai da diversi mesi a causa della divisione tra i sindacati che non erano riusciti a trovare una linea comune sulla distribuzione delle risorse alle diverse figure professionali che operano nella sanità trentina. L’incremento del budget potrebbe consentire di trovare la chiave per risolvere il conflitto tra le sigle sindacali che siedono al tavolo dell’Apran.