Lo straziante addio a Luigino Montibeller
Si è fermato il tempo per l’ultimo saluto a Luigino Montibeller: è rimasto fermo a sabato scorso, a quell’ultimo saluto alla sua famiglia prima di inforcare l’amata mountain bike; è rimasto fermo a quei momenti felici trascorsi con la moglie Nadia ed i figli Giada e Dennis, una settimana fa.
Ma i bei ricordi di una vita dedicata alla famiglia non sono riusciti a lenire il dolore per la sua prematura scomparsa, sabato scorso, precipitando in un dirupo lungo il sentiero che da Andalo porta a Cavedago: affranta dal dolore infatti, oltre alla sua famiglia, c’è anche tutta la comunità di San Michele all’Adige, dove Luigino lavorava e si era fatto apprezzare, c’è la comunità di Grumo, dove abitava, ci sono gli amici del «Supreme Cycling Team» con i quali condivideva la passione per la bici.
Loro, i suoi compagni di sgambate, non lo hanno lasciato solo un momento ieri pomeriggio, nell’affollatissima chiesa durante il funerale: sulla bara di legno chiaro, al centro della navata, c’era il casco di Luigino e la sua maglietta biancoceleste, che poi sono stati stretti dalla moglie e dal figlio quando la bara è uscita dalla chiesa, quasi a voler trattenere ancora un momento tutto il bene di un marito e di un papà premuroso, simpatico, amorevole.
A circondare la bara anche molti della Banda di Mezzolombardo, nella quale suonano la moglie e la figlia di Luigino: un unico, grande abbraccio.
A celebrare le esequie è stato don Mario Busarello, assistito dal giovane don Samuele Monegatti: «Ci sono situazioni - ha detto don Mario nell’omelia - nelle quali anche il sacerdote sente che le parole rischiano di diventare solo frasi fatte e non riescono a confortare, consolare, dare serenità. Cosa si può dire allora quando la morte ti porta via improvvisamente e drammaticamente un uomo ancora nel fiore degli anni, e si porta via anche un pezzo di cuore di chi gli voleva bene? Forse l’unica cosa che possiamo dire è che questa non è, non può essere la volontà di Dio. Solo in Lui potremo trovare le parole di fede, speranza e di consolazione. A noi il compito di restare vicini alla famiglia di Luigino, di non lasciarla sola, perché trovi di nuovo serenità, speranza e la forza di tornare a sorridere alla vita».
Prima della conclusione della celebrazione, sono state lette le parole scritte dalla moglie Nadia, affranta dal dolore: «Ciao amore, perché il destino è stato così crudele con noi? Avevamo ancora tanto da condividere assieme, dovevamo veder crescere i nostri figli, ma il Signore ti ha voluto accanto a sé, con tutti i tuoi pregi. Ti piaceva tanto andare in bici, era la tua passione, anche quando tornavi a casa stanco, dopo lavoro, ti facevi una doccia veloce e via, partivi sulla tua mountain bike. Hai lasciato un vuoto immenso nei nostri cuori, non so come faremo ad andare avanti senza di te, ma ti prometto che i nostri figli non saranno mai soli, ma ho bisogno di te e veglia su di noi».
Straziante anche il saluto dei figli, Giada e Dennis: «Ciao papà, vogliamo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi. Ci hai insegnato tante cose che ora serberemo nel nostro cuore, sarai con noi ogni momento come guida sicura della nostra vita. Da qualche parte, lì in alto, ci stai guardando, perché la nostra famiglia per te era tutto. Stacci vicino, perché abbiamo tanto bisogno di te. Grazie di tutto papà».
Un grande applauso ha accompagnato per l’ultimo tratto di strada la bara di Luigino, mentre ancora una volta tutto l’affetto dei presenti si stringeva attorno alla sua famiglia.