Tagli ai vitalizi degli ex deputati Per i trentini fino all'80%

di Denise Rocca

Riduzioni che sfiorano l’80 per cento per gli ex deputati trentini «colpiti» dalla delibera approvata dall’ufficio di presidenza della Camera che introduce i tagli ai vitalizi ricalcolando gli assegni percepiti sulla base del metodo contributivo.

Sulla delibera, nonostante i festeggiamenti con i palloncini gialli del Movimento cinque stelle che ha accolto con grande giubilo l’approvazione, pende il dubbio dell’incostituzionalità legato proprio al valore retroattivo delle riduzioni.

I dati con il ricalcolo dei vitalizi, riportati nella tabella a fianco, sono stati resi noti dall’Associazione ex parlamentari, è da notare che non è disponibile l’elenco dei titolari di vitalizio che abbiano avuto accesso al beneficio al termine della XVII legislatura (la scorsa, siamo oggi nella XVIII legislatura) e mancano anche coloro che hanno diritto al vitalizio ma non lo stanno ancora percependo e coloro per i quali, per qualsiasi motivazione, è sospeso. Non sono inoltre presenti, né sono disponibili, i conteggi relativi alle reversibilità.

Il più elevato fra i tagli che verranno fatti agli ex parlamentari trentini è quello a Ferruccio Pisoni, quattro legislature alle spalle ed ex presidente della Trentini nel Mondo, che subisce una riduzione del 79,32%, passando da 8.455 euro lordi mensili a 1.748. Anche per Sergio De Carneri, due volte parlamentare nel partito comunista, gli effetti si fanno sentire: subirà una decurtazione del 68% passando da 4.725 euro mensili a 1.507.

Il democristiano Luciano Azzolini si vedrà più che dimezzato l’assegno con un taglio del 53% (da 6.590 a 3.092 euro lordi). L’ex deputato Marco Boato, sei legislature alle spalle sugli scranni sia della camera che del senato, si vedrà decurtato il vitalizio da 10.009 a 4.426 euro. La riduzione minore, fra quelle rese note, è quella di Giancarlo Innocenzi che è del 38,95%, per un vitalizio che passa quindi da 3.108 a 1.897 euro.



La delibera sarà effettiva dal primo gennaio 2019 e si è immediatamente fatta sentire l’Associazione ex Parlamentari che parla di «un attacco senza precedenti allo Stato di diritto e alla funzione parlamentare. Questi tagli sono anche particolarmente punitivi e penalizzanti per coloro che sono andati in ‘pensione’ in tempi lontani e in età meno avanzate. Con questa delibera si viola inoltre il principio del rispetto dei diritti acquisiti e si introduce nell’ordinamento un precedente che potrà avere conseguenze inimmaginabili».

L’iter del ricorso per chi vorrà procedere in questo senso, è quello di impugnare la delibera, che è un provvedimento interno, nei due gradi interni previsti - va detto che i giudici in questo caso non sono un organo terzo, ma sono nominati proporzionalmente da maggioranza e minoranza - e solo successivamente potrà essere portato in Cassazione.

Si parla comunque di qualche anno per avere una sentenza definitiva: un’eventuale bocciatura farebbe scattare l’ovvio pagamento dei vitalizi non versati ma c’è anche il rischio che possa venier riconosciuto un ulteriore indennizzo. Il presidente Fico si è detto comunque tranquillo sulla costituzionalità della delibera.

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