Allarme guardie mediche Oltre 40 posti da coprire
L'Azienda sanitaria ha coperto tutti i posti vacanti nei 14 ambiti territoriali dove è stata rilevata una carenza per quanto riguarda la medicina generale. Sono invece solo 13 le guardie mediche finora assunte a tempo indeterminato sul territorio provinciale, a fronte di una richiesta di 55 figure. Lo si evince dalle determine pubblicate all'albo dell'Azienda. Un quadro che mette in luce come in Trentino non sembra vi siano particolari difficoltà a individuare nuovi medici di base, al contrario di quanto accade per le 18 sedi di servizio con posto scoperto per le guardie mediche, dopo la riorganizzazione voluta da Piazza Dante in accordo con l'Azienda sanitaria.
Due distinti bandi erano stati pubblicati per l'individuazione di queste due preziose figure: le prime con le quali si interfacciano i pazienti (siano essi residenti o turisti) in caso di situazioni di malessere, richieste di prescrizione di medicinali o necessità di richiedere una visita specialistica. Per quanto riguarda il ruolo di medico di medicina generale, sono 57 i curricula inviati alla sede di via Alcide Degasperi, a fronte di un totale di 14 posti disponibili. «È in corso un cambio generazionale: nei prossimi 3-4 anni si stima un'uscita di circa 120 medici su un totale di 350 - spiega il direttore generale Paolo Bordon -. Laddove non dovessero arrivare medici nelle zone più periferiche, non ci sarà che ragionare sulle aggregazioni di medici. Un anno fa è stata avviata la prima aggregazione a Pinzolo, ma ne stanno partendo altre a Trento in viale Verona, Levico e Mezzolombardo».
I candidati per i 55 incarichi vacanti di guardia medica (individuati lo scorso aprile con una determina del dirigente del Servizio amministrazione del personale Luca Gherardini) sono stati invece appena 21.
Secondo il segretario della Cisl medici Nicola Paoli, la causa di questa differenza di interesse suscitato dai due bandi sarebbe da ricercare nella riorganizzazione delle sedi di guardia medica, il cui numero è stato sensibilmente ridotto (con un conseguente aumento del carico di lavoro): «Le sedi non sono a norma di legge per quanto riguarda la sicurezza ed i medici del resto d'Italia difficilmente guardano al Trentino perché qui le guardie mediche sono pagate meno che altrove. Inoltre chi arriva da fuori difficilmente sarà disposto a lavorare nelle valli ma guardano preferibilmente alla città di Trento». Cinquantacinque posti poco allettanti dunque, secondo il sindacato.
Tutti i posti di medico di famiglia nelle località indicate come «carenti» sono stati invece assegnati. Ognuno avrà una «base» di almeno 1.275 pazienti, come stabilito dal contratto nazionale. Ecco i nomi dei medici ai quali sono state assegnate le diverse sedi: Antonio Carovillano (Fai della Paganella), Anna Calza (Ledro), Irene Franci (Cles), Alberto Galuppi (Campodenno), Daniela Papa (Commezzadura), Alice Kaisermann (Mezzocorona), Simona Claudia Nicoleta Motruna (Ala), Davide Nicetto (Pergine), Andreina Riela (Martignano), Simone Romano (Mazzin di Fassa), Mahmoud Sabbagh (Lavis), Nicoletta Zappa (Borgo Valsugana), Margherita Marra (Cavedine) e Gabriella Angela Medri trasferita a Pergine. «Non è affatto vero che ci sia una carenza di medici in questo ambito, come sostengono invece Provincia, Azienda e qualche sindaco» sono le parole di Paoli, che aggiunge: «Per i prossimi 10 anni siamo tranquilli, anche in seguito alla diffusione delle aggregazioni di medici».
Come detto, lo stesso non vale per i posti di guardia medica: i medici neoassunti a tempo indeterminato sono Laura Barile, Olga Cretu e Giovanni d'Agostino (Trento), Stefania Bergantini (Rovereto), Amir Hadi Djalveh (Comano), Luca Cicolini e Alberto Galuppi (Folgaria), Federica Merli e Daniela Papa (Pellizzano), Toni Kreuzer (Fondo), Simone Romano (Sèn Jan di Fassa), Rino Piccione (Cembra) e Dino Giacomelli (Borgo).